Dieci mesi.
Nonè molto, certo. Ma abbastanza per dare il colpo di coda e giocare fino in fondo, e con probabilità di vincita, la carta per il secondo mandato. Così, il sindaco Alemanno, carta e penna alla mano scrive in cinque pagine, i punti sensibili per garantire decoro e sicurezza. Non si tratta di due temi secondari ma del cavallo di battaglia sul quale il centrodestra ha vinto le scorse elezioni e sul quale il centrosinistra batterà a grancassa, gridando al fallimento. Pulizia, estetica, vivibilità sono l'Abc di ogni amministrazione locale. E, come ogni amministrazione locale, è chiaro ed evidente che da sola non può farcela. Per questo il primo cittadino chiama in causa il prefetto Giuseppe Pecoraro per un piano di interventi da coadiuvare insieme. Un piano che, a dirla tutta, ricorda non poco il programma elettorale e che, c'è da scommettere, ritroveremo presto stampato in più di un proclama di partito. L'avviso però non è perentorio. A meno di un anno dalle comunali, Alemanno deve giocarsi il tutto per tutto. Ma con lacci economici strettissimi risulta difficile, e poco credibile, puntare su progetti ad ampio respiro. Meno proclami e più fatti. Lo ha compreso bene il primo cittadino che va dritto verso la meta della quotidianità. Rendere la vita dei cittadini e dei quartieri più semplice, più sicura è la carta vincente di ogni buon candidato che punti alla guida del Campidoglio. Lo sa bene il Pdl così come il Pd. La lettera del sindaco al prefetto ha infatti scatenato polemiche e fantasia. Immancabile il segretario del Pd Roma, Marco Miccoli: «Alemanno continua a fare lo scaricabarile. Dopo sicurezza, rifiuti e piano rom, oggi Alemanno scarica sul prefetto Pecoraro anche la questione del decoro in città. A questo punto dobbiamo prendere atto che il vero sindaco della Capitale è il Prefetto Pecoraro». Rincara il consigliere capitolino del Pd, Massimiliano Valeriani: «A Roma l'emergenza è la giunta Alemanno, palesemente inadeguata a governare una città complessa. Tutte le ordinanze del sindaco su decoro e sicurezza sono state un clamoroso flop». Prende la parola poi anche l'ex assessore alla sicurezza della giunta Veltroni, Jean Leonard Touadi: «Della questa confusa lettera un elemento emerge con chiarezza: il sindaco ha alzato bandiera bianca sulla sicurezza e decide di rimettere nelle mani del prefetto anche la questione del decoro urbano». Critico, con simpatia, anche il presidente dei Verdi nel Lazio, Nando Bonessio: «Questa ci mancava. Non avevamo mai visto un sindaco della Capitale arrivare all'autocommissariamento». Alla "botta" del centrosinistra la replica del Pdl. «Una missiva, quella del sindaco Alemanno, estremamente equilibrata, imperniata su una condivisione di progetti e obiettivi con il solo scopo di migliorare i livelli di sicurezza e decoro - dice il delegato alla sicurezza, Giorgio Ciardi -. Un atto importante per una città, i cui fenomeni di degrado affondano le radici nell'insipienza dei protagonisti delle stagioni politiche passate: anni nei quali la sottovalutazione dei fenomeni di devianza erano le linee guida che contraddistinguevano le politiche sulla sicurezza». Nessuna lezione anche per il consigliere e vice coordinatore romano del Pdl, Marco Di Cosimo: «Da chi ha lasciato Roma sporca, degradata, piena di insediamenti abusivi non siamo disposti ad accettare lezioni. La vera ipocrisia è quella di chi ieri alla guida della città non ha fatto nulla per decoro e sicurezza e oggi attacca irresponsabilmente. Ma i cittadini lo hanno compreso e i dati del sondaggio Ipr lo certificano con chiarezza». Pensare che la campagna elettorale non è ancora "ufficialmente" cominciata.