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Da Sant'Apollinare a Prima Porta Il giallo della bara

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«Ilferetro di "Renatino" sarà spostato dalla cripta della Basilica di Sant'Apollinare. Forse a inizio settimana e non è escluso che avvengano oggi. Fonti investigative annunciano i passi per risolvere una questione «andata avanti per troppo tempo». Il prossimo luogo di sepoltura del boss della banda della Magliana sarà, quasi sicuramente, il cimitero di Prima Porta, anche se i legali della vedova tacciono. Il desiderio, da parte di molti dei soggetti coinvolti nella vicenda, è quello che la storia si chiuda. A indicare, nel 2005, il legame tra Emanuela Orlandi, scomparsa il 22 giugno dell'83 e il luogo in cui era la tomba di De Pedis, ucciso in un agguato il 2 febbraio del 1990, era stata una telefonata alla redazione di «Chi l'ha visto?». Nel giugno 2008 le parole di Sabrina Minardi, che indicavano in «Renatino» colui che avrebbe eseguito il sequestro della giovane cittadina vaticana. E se da una parte le autorità ecclesiali hanno confermato di attendere da un momento all'altro l'avviso per il trasferimento della salma nella cripta da oltre 20 anni, chi indaga ribadisce che la tomba verrà spostata, ma non che possa venire aperta o analizzata. Non si sa la decisione che sarà presa dagli inquirenti che indagano sulla scomparsa della ragazza e che dovranno anche spostare, e forse aprire, la tomba di «Renatino». Sei giorni fa è intervenuto Ferdinando Imposimato, oggi legale degli Orlandi. «Emanuela è viva e si trova in Turchia o Medio Oriente. Credo possa esser viva», ha tuonato Imposimato. «È stata rapita e portata prima in Germania, poi in Francia e poi, secondo le testimonianze, in Estremo Oriente». Il rapimento sarebbe stato organizzato «per ricattare Giovanni Paolo II. Lui si era ostinato a ritornare in Polonia, il 16 giugno del 1983, per invitare i polacchi alla rivolta contro il regime». Il cardinal Agostino Vallini ha espresso soddisfazione alla notizia dell'apertura della tomba. «Apprendo con piacere - ha affermato - la decisione dell'autorità giudiziaria di procedere con la traslazione. Così si supereranno tutti i problemi e i sospetti». «Non credo e non ho mai creduto che Emanuela sia lì dentro». È il commento di Pietro Orlandi, fratello di Emanuela.

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