Così i vigili giocarono l'ultima carta
A novembre 2011 i vigili urbani avrebbero cercato di convincere i Bernabei ad ammettere l'esistenza dell'abuso edilizio nei loro uffici della Più Blu, in via della Luce. I grandi accusatori avrebbero arricchito i loro racconti ai pubblici ministeri con nuovi elementi. Uno di questi riguarderebbe la visita, i primi giorni di novembre, all'ufficio di Paolo Bernabei, a Trastevere, di un alto dirigente della Municipale, accompagnato da un secondo personaggio che si sarebbe presentato come avvocato. I due avrebbero eseguito un sopralluogo degli uffici dove più di un anno e mezzo prima sarebbe stato commesso un abuso edilizio, per il quale Paolo Bernabei è stato denunciato alla Procura agli inizi del mese di giugno del 2011. Secondo quanto avrebbero dichiarato i Bernabei ai magistrati, il dirigente dei vigili urbani avrebbe motivato la sua visita alla PiùBlu dicendo di essere stato inviato dal comandante del Corpo Angelo Giuliani. L'uomo in sua compagnia avrebbe riferito agli imprenditori circa la possibilità di risolvere il problema se avessero ammesso l'esistenza dell'irregolarità edilizia. Poi avrebbe pensato lui a mandare la pratica per le lunghe essendo sicuro - avrebbe detto - della prescrizione del reato. Proposta che sarebbe stata rifiutata da Paolo Bernabei, convinto di non aver commesso abusi. Fu proprio Paolo Bernabei, va ricordato, a smascherare a giugno del 2011, il tentativo della presunta cricca di tornare a chiedergli mazzette con la scusa dell'esposto di un residente di via della Luce, Claudio Mancini, rivelatosi poi falso. Per questo fatto e per la presunta mazzetta di 40mila euro pagata da Bernabei l'anno prima, alla fine della ristrutturazione degli uffici, due mesi fa sono stati arrestati gli agenti della Municipale Giancarlo Vicari e Duilio Valente, il geometra Francesco Belmonte, incaricato da Bernabei di seguire i lavori su consiglio dello stesso Valente, mentre altri tre vigili sono ancora indagati. Il 14 giugno del 2011 gli agenti Vicari e Pierotti (uno ai domiciliari, l'altro indagato) si presentano in via della Luce, dove vengono ricevuti dalla segretaria di Paolo Bernabei, Marianna Nassisi, per convocare l'imprenditore nei loro uffici il 21 dello stesso mese. Contestualmente i due spiegano alla segretaria dell'esistenza di un dettagliato esposto per presunti abusi edilizi commessi a quell'indirizzo, a firma di Mancini. Ma gli agenti, probabilmente, non sanno che Paolo Bernabei conosce bene il vicino. E infatti, saputo della visita dalla segretaria, chiama Mancini per avere spiegazioni. Questi nega di essere l'autore dell'esposto. Entra in scena il fratello Silvio Bernabei, che chiede un incontro chiarificatore al comandante Giuliani, che avviene il 17 giugno. Davanti a Giuliani ci sono Silvio Bernabei, Claudio Mancini e la madre di quest'ultimo. Giuliani chiede agli uffici dell'Edilizia di Trastevere di portargli subito l'esposto. Nella sua stanza entrano Vicari e un altro agente. Giuliani mostra l'esposto a Mancini, che vede la sua firma ma l'indirizzo di casa è sbagliato mentre il numero di telefono corrisponde a quello di un'agenzia di pompe funebri. Mancini denuncerà il fatto ai carabinieri della stazione Trastevere. L'esposto dunque è falso. Eppure la pratica per abuso edilizio va avanti, tanto che il 21 Vicari elegge domicilio a Paolo Bernabei, il 30 luglio gli viene contestata la violazione urbanistica e il 17 agosto viene determinata l'immediata sospensione dei lavori che erano però terminati 15 mesi prima. Il 20 giugno, intanto, Silvio Bernabei invia un infuocato esposto allo stesso comandante Giuliani, e per conoscenza alla segreteria del sindaco Alemanno. In 5 pagine descrive l'incontro avuto 4 giorni prima nell'ufficio del comandante, nel corso del quale era stata verificata l'irregolarità della denuncia a firma Claudio Mancini. Racconta poi delle continue pressioni che avrebbe subito da parte della polizia Municipale denunciando un clima in cui non sarebbe più stato possibile portare avanti l'attività di famiglia. Passano mesi e non accade nulla. Silvio Bernabei continua ad onorare il contratto di sponsorizzazione del circolo sportivo dei vigili urbani. A settembre Alemanno intitola un campo di calcio del club a suo padre Giulio. Due settimane dopo l'avvocato e l'alto dirigente dei vigili urbani sarebbero entrati in via della Luce con l'intenzione di sistemare le cose. Dopo tre mesi i primi arresti della procura.