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Spunta l'accordo che salva i tavolini

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Datato2006, poi ratificato nella delibera sull'aumento dei canoni per l'occupazione di suolo pubblico, impegna l'amministrazione, sotto input di Confesercenti, Assobar, Ancestor (associazione nazionale esercizi del centro storico), non solo a mantenere le occupazioni del centro storico così come sono, ma ne prevede addirittura il loro ampliamento dal 10 al 15 per cento. Si vocifera che quando qualche giorno fa un autorevole esponente della giunta Alemanno è venuto a conoscenza di questo accordo, abbia sgranato gli occhi e mormorato che a questo punto far passare i piani di massima occupabilità del Comune potrebbe essere ancora più difficile. La conferma viene da Guido Campopiano, oggi esponente della Confartigianato, allora firmatario dell'accordo come rappresentante dell'Ancestor. «Questo accordo - spiega - impegna anche l'attuale giunta per il principio di continuità dell'azione amministrativa». La questione, in effetti, appare assai ingarbugliata. E, non per ultima, la «guerra» ormai aperta tra Confcommercio e Cna, tra Confesercenti e forse Cna, tra Confcommercio e Confesercenti e tutte le altre, rende difficile per il sindaco Alemanno aprire tavoli di confronto sulle questioni più importanti per il settore dei pubblici esercizi. Neanche all'epoca la Confcommercio firmò quell'accordo con il Comune e non iniziò neppure la trattativa portata avanti dalle altre. Sembra che la Confesercenti, con Valter Giammaria, si decise all'ultimo momento, spinta più che altro dall'Ancestor. Insomma, si può dire che tra le Associazioni non fosse amore nel passato e non lo è certo oggi. Ma perché questa diversità di vedute? I maligni sostengono che la Confcommercio voglia fare tutto da sola e che stia preparando una proposta alternativa a quella delibera sui pubblici esercizi, che è stata firmata settimane fa da sette consiglieri del Pdl, ma subito disconosciuta da Alemanno. Nel frattempo, dei piani approvati a gennaio per le 15 piazze storiche è doveroso chiedersi che fine faranno, ma soprattutto perché sono stati approvati soltanto per piazza Navona e per il Pantheon, mentre gli altri restano sospesi. La soluzione cavalcata dal Campidoglio potrebbe essere proprio questa: sospenderli in attesa della nuova delibera che chissà quando verrà messa nero su bianco. Attenzione però, i piani di Navona e Pantheon sono già in vigore. Figli e figliastri? Damiana Verucci

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