Dietro le quinte
Saràche nessuno vuole i nomadi sotto le finestre (e i romani se ne ricorderebbero alle urne). Ma pare che La Barbuta 2, di prossimissima apertura, potrebbe restare il primo e unico villaggio nuovo di zecca del Piano nomadi. Un piano che è ripartito grazie all'autosospensione della sentenza del Consiglio di Stato che l'altro ieri ha anticipato il pronunciamento della Corte suprema cui aveva fatto ricorso l'Avvocatura dello Stato per tamponare l'emorragia di cassa con l'eventuale pagamento delle penali alle ditte: la sentenza del Consiglio di Stato del 16 novembre scorso, infatti, aveva di fatto bloccato i lavori di La Barbuta 2, alla vigilia della consegna del villaggio il 23 novembre. Il piano è ripartito. Ma in attesa che il ministro Cancellieri riapra i cordoni della borsa, è un po' azzoppato. Con la grana però un secondo campo sorgerebbe, anche se solo per i sinti de' noantri, «500 persone di nazionalità italiana» conferma il vicesindaco Sveva Belviso. E le "voci" sussurrano anche l'area: potrebbe sorgere a Malagrotta 1 bonificata, sganciando bene a Cerroni, che altrimenti è pronto a farci un villaggio turistico. Che però avrebbe a fianco la Malagrotta bis. Tanto la Valle Galeria è distrutta, dicono i maligni. E ci sarebbe pure «l'accordo bipartisan a farla lì. E non da oggi. Da sempre. All'inizio i nuovi campi dovevano essere tre, di cui uno di transito. Questo si farà. Ma dentro il campo storicizzato di via Salviati, di fronte all'Ufficio per l'immigrazione, in VII Municipio, che dovrà però essere ristrutturato. Salone, Gordiani, Camping River allargati e messi a norma. La prossima apertura di La Barbuta 2, con il trasferimento degli abitanti, porterà alla chiusura di tre campi storicizzati La Barbuta 1, Baiardo e Tor de' Cenci. Restano fuori micro realtà Foro Italico, Arco di Travertino circa 300 persone, un piccolo numero al confronto delle 3 mila persone trasferite a partire dalla chiusura di Casilino 900, la Martora, via degli Angeli, Marchetti, Naide e Dameta. G. M. Col.