«Corcolle non si tocca». Pressing su Monti
Ladiscarica provvisoria destinata a sostituire Malagrotta, secondo i due membri del governo, non si dovrà fare a Corcolle-San Vittorino. Ornaghi lo spiega chiaramente da Bruxelles a margine del Consiglio dei ministri dell'Ue per la Cultura e rivela di aver scritto una lettera a Monti per scongiurare tale ipotesi. «Come ultimo congiunto campanello d'allarme il ministro Clini e io siamo tornati a riesporre, in una lettera al presidente del Consiglio Monti, le ragioni per cui la discarica a Corcolle non va», il ministro dei Beni e delle Attività culturali. «Il mio ministero - spiega poi Ornaghi aveva richiamato la presenza di vincoli non superabili o che si ritiene che si possano superare solo con i poteri in deroga di cui dispone il Prefetto. Il ministro Clini credo che abbia fatto tutto quello che doveva e poteva per far valere le ragioni della protezione dell'ambiente. La questione è complessa». La presa di posizione di Ornaghi riceve il plauso del Fai, il Fondo Ambiente Italiano. «Se la costruzione della discarica di Corcolle dovesse andare a buon fine sarebbe la sconfitta di quell'Italia che crede nella tutela culturale e ambientale come primario obiettivo dell'azione pubblica in un paese civile dice la presidente del Fai Ilaria Borletti Buitoni - La scelta di un sito a poca distanza da Tivoli e quindi da Villa Adriana, uno dei gioielli del nostro Patrimonio culturale, è totalmente contraria a qualsiasi criterio ragionevole». «Se a Corcolle, cioè alle porte di Villa Adriana, sorgerà davvero una discarica, il sito archeologico potrebbe venire escluso dalla lista Unesco dei siti patrimonio Unesco. Non sarebbe la prima volta, è già successo con il centro storico di Dresda», denunciano i senatori del Pd Della Seta, Ferrante e Marcucci al termine dell'audizione del professor Puglisi, presidente della Commissione italiana per l'Unesco. Il prefetto Pecoraro, commissario del governo per il superamento dell'emergenza ambientale e la chiusura di Malagrotta, in ogni caso va dritto per la propria strada e continua a ritenere Corcolle il sito più idoneo, spiegando che con Clini «non c'è un contrasto, forse io ho delle carte in più che lui deve controllare. Le verificherà e poi tutto si calmerà in tempi brevissimi». Dalla parte di Pecoraro si schiera Andrea Ronchi, segretario di Fare Italia: «La situazione dei rifiuti a Roma è drammatica e la posizione di Clini è incomprensibile. Le Istituzioni dovrebbero agire in sinergia e con efficacia per risolvere questa difficile situazione ma Clini sembra intento a ostacolare le soluzioni piuttosto che a risolvere il problema». Lo scontro tra Clini e Pecoraro lascia molto perplesso il sindaco Gianni Alemanno. «Noi non capiamo perché il governo tecnico e il commissario di governo litigano per dove mettere la discarica dopo Malagrotta», dice il primo cittadino intervenendo all'assemblea di Unindustria. A margine dello stesso evento la governatrice Renata Polverini invece chiarisce: «Io sono convinta che il prefetto e la sua struttura abbiano comunque scelto in base a studi e indicazioni precise e ci auguriamo che, al di là del dibattito forse troppo aspro su un tema così delicato, si possa ricomporre un quadro. Il Comune di Roma non è stato in grado di individuare una discarica quale ente di competenza, è ricorso alla Regione che ha messo in campo, per la prima volta dopo nove anni, un piano rifiuti, ha chiesto procedure commissariali per la chiusura di Malagrotta, perché la normale procedura non coincideva con i tempi indicati dalla commissione Ue. Oggi ci sono posizioni in alcuni punti convergenti, in altri putroppo no. Ci auguriamo si possa trovare un accordo». Nel dibattito entra anche il Tar del Lazio, che, accogliendo una richiesta dell'avvocato Giancarlo Viglione, che assiste la ditta svizzera Brixia Verwaltungs proprietaria dei suoli, ha ordinato al ministero dell'Ambiente di depositare i rilievi ritenuti ostativi alla realizzazione nell'area di Corcolle della nuova discarica. L'udienza è stata aggiornata al 20 giugno, ma l'avvocato Viglione ha annunciato che ne chiederà l'anticipazione se il ministero depositerà in tempi brevi i rilievi, già elaborati. Il ministero ha quindi un mese di tempo per fornire i chiarimenti richiesti dai giudici amministrativi.