Sul commercio si riparte da zero
Tutto da rifare per il nuovo piano del commercio. Dopo la sonora bocciatura delle associazioni di categoria e di 17 presidenti dei municipi su 19, ora è il sindaco Alemanno a sancire il no definitivo al piano così come è stato scritto e approvato in giunta. «Bisogna rivedere tutta l'impostazione in modo che sia adeguato a bloccare la nascita di nuovi centri commerciali», ha detto ieri durante l'incontro organizzato dalla Confesercenti provinciale che ha chiesto un impegno preciso del primo cittadino in questo senso. L'impostazione è condivisa sia dal presidente della Provincia Nicola Zingaretti che dal governatore Renata Polverini. Uniti, evidentemente, contro un nemico comune, i centri commerciali. In platea sedeva l'assessore al commercio Davide Bordoni, il collega alla Regione Di Paolo, e anche molti esponenti del Pd capitolino e della passata giunta Marrazzo, tra cui l'ex assessore alle pmi Daniele Fichera, l'ex vicepresidente regionale Esterino Montino. E proprio da alcuni esponenti del Pd sono arrivate subito le «accuse» al sindaco di «fare il solito passo indietro» e la richiesta di «ritirare la delega all'assessore Bordoni». Rimandate al mittente dai colleghi del Pdl che hanno espresso «vicinanza a Bordoni». Ora dunque è ufficiale, il piano va riscritto e se questa decisione arriva soltanto ora, il sindaco lo «giustifica» con il fatto che la crisi è più che mai concreta, che sta soffocando migliaia di imprese del settore, come sottolineato dal presidente Confesercenti Valter Giammaria, e che non può sopportare la concorrenza di altre decine di mega strutture. I dati più significativi sono quelli di 5 mila imprese chiuse l'anno scorso e di altre 2 mila nei primi mesi di quest'anno. Ma anche la perdita di 20 mila occupati. Si partirà da un tavolo di confronto con Confcommercio e Confesercenti, organizzato per mercoledì 16, ma soprattutto si servirà della collaborazione con la Regione perché il piano, per Alemanno, non può prescindere dall'imminente approvazione della legge regionale sul commercio, la n.33, che stabilirà tra l'altro le superfici da destinare al commerciale. L'ipotesi sulla quale si lavorerà è quella di procedere con un cambio di destinazione d'uso dei centri commerciali già autorizzati dalla precedente giunta, naturalmente in accordo con i costruttori, che hanno ricevuto l'ok alla costruzione. Per questo il sindaco ha parlato della necessità di aprire un tavolo di confronto con loro. Quanto alle superfici da destinare al commerciale inserite nel nuovo piano, circa 210 mila mq., la Confesercenti chiede il loro azzeramento. Sul piano è intervenuto anche il presidente della Provincia Nicola Zingaretti, che ha difeso il piccolo commercio al dettaglio e ha parlato della necessità di lavorare a un piano provinciale «che coordini e dia certezze anche al proliferare di eventi e mercatini il cui eccesso può danneggiare il commercio al dettaglio». Altro tema scottante quello dell'abusivismo. La Confesercenti ha snocciolato un dato: il 30% del sistema nazionale della contraffazione arriva sul mercato di Roma, un fiume di milioni d'euro a nero che cammina sui marciapiedi e nelle piazze della città. La risposta di Alemanno non si è fatta attendere: «I vigili sono lasciati soli e non bastano. Per questo ho scritto una lettera al prefetto e chiedo anche al questore un grande impegno da questo punto di vista». Impegno che per il primo cittadino significa «un coordinamento con le altre forze dell'ordine».