Lo spettro dell'Imu penalizza i partiti Ma non il Pdl

I dati definitivi, e dunque ufficiali, si avranno soltanto oggi, quando con i voti di lista si potrà compiere un'analisi attenta di quanto accaduto nelle urne del Lazio. Dove comunque il vento dell'antipolitica è soffiato abbastanza forte da mettere in allarme la classe dirigente ma lo tsunami, contrariamente ad altre regioni, non c'è stato. Nei comuni più grandi chiamati al voto, Civitavecchia, Frosinone, Rieti, Ardea, al ballottaggio si sfideranno i candidati dei due maggiori partiti, Pd e Pdl. In questi casi, tuttavia l'affluenza degli elettori ha registrato un calo generale. A conferma della disaffezione dei cittadini alla politica, il dato dell'affluenza alle urne che è cresciuto laddove a vincere sono i candidati di liste civiche. Volti nuovi in grado dunque di creare consenso o partiti in grado di proporre proposte alternative. È il caso dell'Udc, vincitore a Nemi e con il presidente del Coni, Gianni Petrucci nuovo sindaco di San Felice Circeo e il giornalista Piero Vigorelli, diventato primo cittadino di Ponza. Storico ballottaggio poi quello che si profila a Frosinone, dove dopo 15 anni di centrosinistra il candidato Pdl risulta in netto vantaggio rispetto all'uscente di centrosinistra. Da rilevare ancora, il successo dell'IdV a Cerveteri, che avrebbe sfiorato il 30% dei consensi e la conferma del centrosinistra a Ladispoli. Nonostante lo squillo di trombe del Pd, con il segretario regionale Enrico Gasbarra partito all'attacco già nel primo pomeriggio, annunciando il flop del governo Polverini e Alemanno, il Pdl ha tenuto più che in altre regioni. «Faccio le mie congratulazioni al coordinatore del Pdl Lazio, Vicenzo Piso, al vice coordinatore Alfredo Pallone e a tutta la classe dirigente per gli ottimi risultati ottenuti alle amministrative, in controtendenza con quelli nazionali - ha commentato il sindaco capitolino - il risultato di un lavoro importante basato sul rapporto diretto con i cittadini, un modello da imitare a livello nazionale». Stessa riflessione della presidente del Lazio, Renata Polverini. «Penso che questi numeri, al di là dei singoli risultati, dimostrano che una politica attenta ai veri problemi della gente viene riconosciuta e premiata dagli elettori e che siamo sulla strada giusta per dare al centrodestra un passo diverso in un momento delicato per tutta la nazione». In effetti, il Pdl era il partito maggiormente in bilico non solo perché, come dimostrano i dati delle altre regioni, paga pesantemente l'appoggio al governo Monti ma anche perché il partito amministra la regione e la sua capitale. E dunque più sensibile al vento dell'antipolitica. Da qui la somma per le prossime elezioni, quelle proprio che vedranno nella primavera 2013, salvo sorprese, il rinnovo del mandato in Campidoglio. Da oggi si inizierà a pensare alle alleanze per il governo di Roma e dunque del Paese. Come sempre infatti il quadro capitolino coincide con quello nazionale. Per questo, Alemanno che è parte in causa sia perché ricandidato a sindaco sia per il suo ruolo all'interno del partito, si rivolge direttamente al segretario Alfano: «Credo che Alfano se vuole salvare il Pdl debba urgentemente convocare il congresso nazionale. Solo una grande riflessione politica può rilanciare il partito dopo questi risultati». E si potrebbe cominciare proprio dal Lazio, unica regione in cui il Pdl tiene e unica regione in cui ancora non si sono svolti i congressi locali. Un paradosso che forse, dopo l'evitato crollo di queste amministrative, è doveroso sanare. Soddisfatti del risultato anche il coordinatore della provincia di Roma, Francesco Lollobrigida e l'eurodeputato Alfredo Antoniozzi. Ma se il Pdl tiene, il Pd paga le divisioni interne al partito. A parte Rieti, dove il candidato del Pd risulta in testa con un vantaggio importante, a Cerveteri paga lo scotto di non essersi alleato con l'IdV che si attesta intorno al 30%. Soddisfatto anche l'Udc che porta a casa il sindaco di Nemi e di San felice Circeo, e che, alleato con il Pdl ad Ardea ha registrato un buon successo. Il quadro che sembra delinearsi, a spoglio ancora aperto, è quello di una politica territoriale che non può prescindere dalle alleanze. Per il Pdl risulta "vitale" la cordata con l'Udc, La Destra e anche Città Nuove. Per il Pd invece con il partito di Di Pietro. Realtà queste che, se confermate, sono destinate a stravolgere più di un progetto. A partire dal Terzo Polo che non sfonda. Così chi pensava a una sconfitta del Pdl e a una sua generica "sostituzione" con un nuovo soggetto politico in grado di attrarre il consenso dei moderati dovrà forse rivedere qualche conto. Stesso ragionamento per il Pd che più si spinge verso il centro e più "regala" voti alla sinistra e all'Italia dei Valori. Segno evidente di un'identità ancora da affermare. Al di là della soddisfazione del Pdl del Lazio tuttavia non è il caso di cantare vittoria. Come ha ben commentato il vicepresidente della Regione Luciano Ciocchetti (Udc), queste elezioni confermano la fine del bipartismo. Il quadro lo ha dipinto bene il sindaco Alemanno: «La situazione è molto critica. Credo che le forze politiche dovrebbero fare una riflessione complessiva sulla credibilità della politica e sul rapporto tra politica e cittadino, anche per le scelte di governo che andranno fatte, a cominciare dall'Imu diventato un simbolo per i cittadini di rifiuto delle tasse e del peso della crisi. Queste solo le elezioni contro l'Imu». La battaglia di Alemanno e Polverini contro il governo su tasse e rifiuti ha portato i suoi frutti.