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segue dalla prima di cronaca Il tempo passa, il commissario non arriva e le amministrazioni locali continuano a girare la testa dall'altra parte.

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(gennaio2010) La mega discarica viene prorogata di un altro anno. (22 giugno 2010) Alemanno viene sentito dalla commissione parlamentare sui rifiuti: «Credo sia necessaria un'ulteriore proroga per il 2011». Eppure 6 mesi prima aveva detto: «Non si può continuare prorogando Malagrotta. Se qualcosa non cambia il Lazio diverrà come la Campania». L'unica certezza, a questo punto, è che non ci sono più certezze. Intanto, spuntano altre due alternative a Malagrotta. Sono una cava a Riano e un invaso a Monti dell'Ortaccio, quest'ultimo osteggiato proprio da Alemanno perché troppo vicino a Malagrotta. (29 dicembre 2010) Sale la tensione tra Regione e Comune, nonostante adesso siano dello stesso colore politico. Polverini attacca il sindaco: «Alemanno non ha portato alcuna lista di siti. Se il Comune ritiene di dover comunicare alla Regione che non ha trovato un sito è chiaro che ce ne occuperemo noi». Sembra di essere tornati all'era di Alemanno contro Marrazzo. Il sindaco rilancia: «Abbiamo presentato uno studio dettagliato alla Regione». Difficile capire dove stia la verità. Intanto, il 31 dicembre 2010, Polverini proroga Malagrotta di altri 6 mesi. (26 marzo 2011) Il sindaco è di nuovo fiducioso: «Entro aprile individueremo il nuovo sito». (30 giugno 2011) Polverini firma un'altra proroga di Malagrotta per 6 mesi: «Sarà l'ultima, promette». Anche stavolta previsione sbagliata. Infatti, ne seguirà un'altra fino a giugno di quest'anno. Intanto dalla Regione filtra il nome di Pizzo del Prete a Fiumicino come sito alternativo. Alemanno esulta: «Bene, è una svolta storica dopo 40 anni». Anche di questo sito non se ne farà più nulla. (22 luglio 2011) Nuovo colpo di scena. Regione e Comune fanno un passo indietro. Viene nominato un commissario per l'emergenza rifiuti. È il prefetto Giuseppe Pecoraro che il 7 ottobre sceglie due siti temporanei (Quadro Alto a Riano e Corcolle nell'VIII Municipio) e uno definitivo tra tre anni (Pizzo del Prete). Sembra tutto risolto. E invece no. Da qui iniziano i problemi. L'allora ministro dell'Ambiente Giancarlo Galan boccia proprio Pizzo del Prete: «Ci sono vincoli paesaggistici e archeologici». E la governatrice Polverini si scaglia contro il sindaco: «Noi siamo intervenuti quando Alemanno ci comunicò che non era nelle condizioni di scegliere e chiese aiuto a noi». Lo scorso gennaio Polverini indica la causa di questa empasse: «Se siamo in questa situazione è a causa dell'immobilismo della giunta Veltroni e della giunta Marrazzo». Intanto, lo scorso 23 febbraio la Procura di Roma apre un'inchiesta sui nuovi siti scelti dal prefetto e indicati dalla Regione. L'ipotesi di reato è falso materiale e ideologico. Il 6 marzo 2012 entra in scena il ministro dell'Ambiente Corrado Clini: «La decisione su Riano e Corcolle è nelle mani del prefetto e non del Ministero», assicura. Nel giro di un mese smonterà quanto deciso da Pecoraro. Il 24 marzo va in scena un botta e risposta Clini-Polverini. Il Ministero: «Attendiamo ancora i dati dalla Regione sul piano rifiuti. La Regione ribatte: «Clini ha avuto tutta la documentazione». Ed ecco il patatrac. Il 28 marzo Clini boccia il piano della Polverini: «Nessuno dei sette siti può essere scelto. Ci sono troppi vincoli ambientali». E siamo arrivati all'ultimo mese. Clini sceglie un nuovo sito. È Monte Carnevale. La tensione sale alle stelle. Alemanno non ci gira intorno: «Sono contrario e pronto a scendere in piazza». D'accordo Polverini: «È un'area già troppo compromessa». Il ministro sbotta: «Non sono Mandrake. Giocano sulla pelle dei romani». Polverini ammonisce: «Abbassiamo i toni». Gli ultimi tre anni, di certo, non insegnano. Dario Martini

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