Gioielliere più svelto dei banditi. Freddato boss della Magliana

Una rapina a due gioiellieri finita nel sangue. Un malvivente della vecchia banda della Magliana ucciso e tre feriti. Cinque colpi di pistola a tamburo esplosi da un orefice con un passato nei paracadutisti. Una tragedia per un bottino di 75 mila euro, un campionario di gioielli che i due fratelli stavano portando a una fiera a Monaco, in Germania, che avrebbero raggiunto con un volo da Fiumicino. È successo ieri mattina presto, intorno alle 5, a Roma sud, nella nuova zona di villette e palazzi che sta venendo su a Spinaceto, a largo Guido Buzzelli. La vittima è un vecchio nome legato alla famigerata gang. Si tratta di Angelo Angelotti, 61 anni, della Magliana, ferito a morte al petto da tre proiettili, identificato dopo un gran lavoro della Scientifica. Era accusato di essere stato uno dei partecipanti all'omicidio nel '90 del testaccino Enrico De Pedis, detto Renatino, sepolto (non per molto) nella cripta della chiesa di Sant'Apollinaire. Gli altri sono Stefano Pompili, 52 anni, e Giulio Valente, di 44, dell'Alberone. Il primo è stato raggiunto da una pallottola al torace: intorno alle 10 è andato con le sue gambe all'ospedale Cto della Garbatella, dove l'aspettavano i poliziotti della Squadra mobile. Il complice è ridotto in fin di vita da un altro colpo alla gola, operato d'urgenza allo stesso ospedale. Di spicco anche il loro calibro criminale. Pompili è stato condannato per aver ucciso un orefice fiorentino nel '94. Valente è stato coinvolto in un'indagine della polizia per una serie di colpi a banche e uffici postali in Liguria. Le vittime dell'agguato sono i fratelli Andrea e Luca Polimadei, 36 e 31 anni, quest'ultimo ferito a un dito della mano destra, titolari della gioielleria «Now, watch e diamond», in viale Europa, e di un Comproro a Tor Pignattara. La brutta storia comincia alle 3,45, orario in cui le telecamere di sorverglianza piazzate attorno alle villa dei Polimadei riprende i rapinatori. Sono in un furgoncino Nemo Citroen di colore bianco fermato nella piazzola di parcheggio davanti alla residenza, a pochi metri. È rubato: il 15 novembre del 2011 il proprietario ha denunciato il furto ai carabinieri della stazione di Nerola. Il gruppo aspetta. È ben informato. Evidentemente conosce gli spostamenti dei due fratelli, sa dei loro affari, che quel giorno intendono partecipare alla fiera di Monaco e che porteranno con sé una valigetta con la merce. La villa a due piani in cortina rossa è di Andrea: vive lì con la moglie e i due figli. Il fratello Luca lo ha raggiunto per la partenza. Sotto ai portici sono parcheggiate un'auto Seicento Fiat vecchio modello e una moto TMax bianca. Prima delle 5 i due si muovono. Salgono su una Toyota IQ bianca. Scendono la rampa della proprietà e girano a sinistra, piazzando il muso in direzione del vialone che li condurrà fuori dal largo senza uscita. A questo punto entrano in azione i rapinatori. Calzano il passamontagna e impugnano le pistole. Al volante c'è Stefano Pompili: ingrana la marcia, dà gas e s'infila nella striscia d'asfalto a sinistra della Toyota, per bloccare Andrea che è alla guida. Dopo lo speronamento, si aprono le ante dello sportellone posteriore e scendono Angelotti e Valente. Si mettono davanti all'utilitaria, sul lato passeggero, dov'è seduto Luca. Non hanno il tempo di realizzare. Dalle telecamere si vedrebbe questa scena. Andrea Polimadei afferra la pistola a tamburo e fa fuoco. Prima si gira alla sua sinistra e colpisce all torace Pompili, una volta, trapassando i cristalli dell'auto. Poi, con precisione e sangue freddo, ruota il busto quasi di 180 gradi e spara agli altri due mandando in frantumi il vetro dell'auto: centra Angelotti al petto e Valente alla gola. Il furgone è accanto alla vettura ma c'è spazio per aprire la portiera. Andrea scende in strada. Pompili sanguinante raggiunge una vettura in sosta sulla stessa area e scappa. Valente sta cercando di prendere da terra la pistola e di reagire. L'orefice si avventa e ne nasce una colluttazione: avrà la peggio Valente. Luca Polimadei è stato medicato al San Camillo per una frattura multima del dito media, con trenta giorni di prognosi: le cause della ferita sono da chiarire. Dopo l'interrogatorio in Questura, anche il fratello Andrea è andato in ospedale per una visita di controllo e un dolore alla caviglia. Stefano Pompili e Giulio Valente sono al Cto, feriti e arrestati e accusati dal pm Stefano Fava per tentato omicidio, tentata rapina, ricettazione del furgone rubato e porto abusivo di armi.