Il concertone lo pagano i romani
Unarisposta che arriva da centinaia di migliaia di romani. Le spese per la pulizia, come prevede il regolamento comunale, devono essere pagate dagli organizzatori degli eventi. I sindacati però preferiscono ergersi a palatini di non si sa bene quale privilegio e rispondono picche. Addirittura facendo finta di cadere dal pero, quando sono anni che il Campidoglio chiede di far rispettare le regole. Anche perché, è bene chiarire, intorno all'organizzazione del concertone girano milioni di euro. Non si tratta, insomma, di un'opera di volontariato. Quest'anno poi, con una crisi che sta mettendo in ginocchio i cittadini il «mal comune mezzo gaudio» dovrebbe essere una elementare conseguenza. E invece no. «Non vogliamo che siano i cittadini romani a continuare a pagare i costi di questi eventi - ha ricordato Alemanno - L'evento del primo maggio è un segnale per tutte le manifestazioni che avvengono a Roma: il costo di eventi che si svolgono in questa città come Capitale non possono ricadere sulle spalle dei romani. Proprio per questo nel decreto su Roma Capitale è previsto che il Governo si faccia carico di questi costi». D'altronde, «che una parte dei costi sia a carico degli organizzatori non è una novità: per esempio, la Cgil paga sempre la fattura dell'Ama per le manifestazioni. Un'altra parte può andare a carico del Comune e di un'altra deve farsi carico lo Stato». Per tanti anni, più o meno quelli in cui ha governato il centrosinistra, il Concertone si è svolto con spese a carico del Comune di Roma. Si tratta complessivamente di 251.541 euro per i servizi legati a quest'evento. Una cifra che potrebbe andare, ad esempio, a incrementare il servizio mensa per i poveri. L'accoltellamento di due volontari di Sant'Egidio di domenica da parte di una persona affamata, dovrebbe far riflettere. Anche i sindacati. «Dopo aver sentito Bonanni e Angeletti ed essermi consultato il sottosegretario Catricalà - spiega il sindaco - il problema dei costi del concertone del 1 Maggio può essere risolto in questo modo: il comune, con il governo, ci facciamo carico dei 117 mila euro della spesa per la polizia municipale, la Regione si farà carico dei 25 mila euro per l'assistenza sanitaria mentre le fatture di Ama e Atac saranno emesse a carico del comitato organizzatore». Immediata la risposta della presidente della Regione, Renata Polverini. «Al di là del fatto che ciascuno di noi sta rivedendo i propri impegni rispetto a una situazione finanziaria difficile - ha detto la governatrice - almeno per quanto riguarda la Regione il nostro intervento è veramente simbolico. Togliere anche quello sarebbe davvero ingiusto». Buon senso. E chissà se a qualcuno in piazza San Giovanni verrà almeno il dubbio sul fatto che tenere prigionieri migliaia di romani e in più fargli pagare pulizia, mezzi e ordini pubblici non sia un diritto a metà. Sus. Nov.