Congressi Pdl e Udc I partiti nell'impasse
Alfano e Casini verso nuovi progetti. A Roma non si sa
Soprattuttoper il Pdl che ha "ufficializzato" i congressi provinciali e di Roma per il 26 e il 27 maggio. Tra un dibattito e un altro, nell'attesa del responso delle urne, tuttavia si pensa ancora a un altro rinvio. Stesso dilemma nell'Udc. Il partito di Casini, al pari di quello di Alfano, sta rinviando di mese in mese l'elezione della classe dirigente locale. Una mossa non proprio strategicamente appagante a dieci mesi dal voto nazionale e capitolino, sempre che non si vada ad elezioni anticipate in ottobre. Se prima i problemi erano sostanzialmente di equilibri interni da rivedere, anche alla luce dell'esperienza capitolina e regionale, e una riforma sui municipi ancora da concretizzare, adesso la situazione si è ulteriormente aggravata. L'annuncio dei leader nazionali, Alfano e Casini di voler dar vita a «qualcosa di diverso», nel particolare a un partito più «light» per quanto riguarda il Pdl e a una nuova formazione dei moderati per l'Udc, ha gettato nel panico le classi dirigenti locali. Innanzitutto perché colti di sorpresa. Ma non solo. Come organizzare un congresso, ovvero un dibattito aperto dal quale sintetizzare una proposta politica e una programmazione amminisitrativa, se non è chiaro il traguardo da raggiungere? I candidati alla segreteria della Capitale, quella che dovrà guidare il partito (oggi di maggioranza) alle elezioni capitoline del prossimo anno, dovranno parlare di quale progetto? Di un nuovo centrodestra, di un centro-destra o di una destra diversa? Ancora, in politica l'avversario (mai il nemico) è condizione necessaria e indispensabile. Contro chi battersi? Quale alternativa proporre? Nei congressi di Pdl e Udc si dovrà parlare di Roma, del suo futuro e delle alleanze da proporre. Un compito impossibile. Anche per l'Udc. L'ombra della «grande coalizione» aleggia sui palazzi capitolini costringendo le classi dirigenti a un immobilismo che, comunque, pagheranno. In termini di organizzazione (la campagna elettorale è di fatto cominciata) e di quel «recupero» di consenso sul quale occorre lavorare oggi più che mai. Probabile dunque che a fine maggio i congressi del Pdl e quelli dell'Udc vengano ulteriormente rinviati nell'attesa di un quadro nazionale se non definito almeno più chiaro. E potrebbero non bastare un paio di settimane in più.