Palazzo occupato da 7 anni. Nessuno interviene
Sitrova in via Carlo Felice, nel cuore della Capitale, di fronte alla Basilica di Santa Croce in Gerusalemme. Lo stabile è un gioiellino. Roba da più che benestanti o da fortunati eriditieri. Insomma, non proprio un palazzo popolare. Eppure nessuno da sette anni a questa parte è riuscito a smantellare l'occupazione abusiva di Action, movimento di sinistra che lì ha ormai messo radici. Chi passa in via Carlo Felice ha l'impressione di trovarsi improvvisamente di fronte a un centro sociale. L'edificio è tappezzato di bandiere e striscioni che rivendicano il diritto a una casa e sventolano lo slogan «occupy bankitalia», ricalcando le più famose proteste di «occupy wall street». Al piano terra le serrande di quelle che un tempo erano garage e attività commerciali con affaccio su strada sono state dipinte con disegni di ogni tipo. Dal tardo pomeriggio fino a notte fonda i «compagni» alzano le tre saracinesche. E che fanno? In una somministrano bevande, alcolici inclusi, ai giovani che si riuniscono da quelle parti. Del resto, soprattutto nei giorni di festa, il palazzo della Banca d'Italia è diventato luogo di ritrovo e di bivacco di molti. Chi «gestisce» l'occupazione alza la musica a tutto volume e organizza grandi bevute in compagnia. Dietro un'altra saracinesca si sono invece organizzati per riparare le biciclette. C'è pure l'insegna: «Ciclofficina». Ovviamente all'interno non è esposta alcuna licenza o autorizzazione per poter svolgere queste attività. La terza serranda, invece, viene alzata in rare occasioni se c'è un'affluenza di «compagni» particolarmente elevata. Ai piani superiori, invece, si dorme e si mangia. Impossibile sapere quante persone abitano il palazzo. Il viavai di gente non lo permette. A farne le spese i residenti, che devono convivere con una situazione di illegalità e con notti insonni a causa della musica a tutto volume. «Sono qui da non so ormai quanto tempo - dice una ragazza che abita trecento metri distante dagli occupanti - e nessuno è mai intervenuto. Né vigili, né polizia. Eppure è palese che c'è una situazione di totale illegalità». Anche alla pizzeria che dà sulla strada si lamentano «perché a volte vediamo - dicono da quelle parti - che dentro i garage fanno la pasta. Non dico che ci fanno concorrenza, ma non mi sembra normale che su strada si mettono a somministrare cibo e bibite». Pochi metri più avanti c'è un bar tabacchi. «Che devo dire? In realtà a noi non danno fastidio, semmai più a chi abita nella via. Mi sembra strano che in 7 anni nessuno sia intervenuto. Questi vanno e vengono come vogliono, organizzano feste, fanno casino». A cercare di fare luce sulla vicenda c'è il consigliere Pdl del I Municipio, Fabrizio Sequi: «Mi sembra chiaro che la situazione di via Carlo Felice è di totale illegalità. Non solo per l'occupazione abusiva di uno stabile della Banca d'Italia dove non si capisce perché non si è mai voluto intervenire, ma anche perché c'è una somministrazione di cibo e bevande senza nessuna autorizzazione. I cittadini sono scontenti e io mi sto facendo promotore di un'iniziativa per fare finalmente chiarezza su questa situazione». E tra poco è il Primo Maggio. In via Carlo Felice si prevede festa grande. Ma senza regole.