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«Non posso dire niente».

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Luca,il più giovane dei fratelli Polimadei, anche agli agenti della Squadra Mobile, che ieri sono andati in ospedale ad ascoltarlo, non avrebbe detto molto. Lo stesso aveva fatto al posto di polizia del nosocomio. «Non mi ricordo nulla, sono scombussolato dai farmaci, parlate col mio avvocato». Ieri pomeriggio alle due e mezzo mangiava un panino con la mano sinistra. L'altra, quella ferita dal proiettile che gli ha fratturato il dito medio in più punti, era tutta fasciata. Luca è disteso sul letto, sopra le coperte. Al suo capezzale ci sono tre uomini sotto i 40 anni. Nessuna presenza femminile. Nemmeno la fidanzata, che invece è stata vista ieri mattina sul luogo della sparatoria davanti alla villa del fratello Andrea, dove ancora ci sono le chiazze di sangue del bandito morto, gli altri due sono stati feriti. Con lei c'era anche la moglie del fratello Andrea, descritte come donne eleganti con accessori griffati. Luca è arrivato al pronto soccorso del San Camillo circa un'ora dopo l'agguato, verso le 5.50. Senza l'ambulanza, con mezzi propri, forse accompagnato perché in quelle condizioni non avrebbe potuto guidare. Probabilmente non pensava di restarci. Invece, in codice rosso, dopo le cure urgenti è stato inviato dal chirurgo plastico. A quell'ora il posto di polizia era chiuso. Perché il commissariato di Monteverde diretto da Mario Viola non è stato riforzato da uomini da destinare al territorio. Un peccato perché in casi come questi la tempestività è importante. Nell'arco della mattina è giunto personale della Squadra Mobile per ascoltarlo. G. M. Col.

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