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«Gli orefici si sono difesi

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Stiamo dalla loro parte» I racconti e i sospetti dei vicini di bottega «Un mese fa il sopralluogo di due ceffi»

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Èquesto il sospetto dei vicini di bottega di Andrea Polimadei, uno dei due fratelli gioiellieri assaliti da tre banditi, uno è morto, gli altri due sono stati feriti. Ma nessuno a viale Europa, la strada commerciale più famosa dell'Eur, ieri mattina aveva ancora capito che la notizia ascoltata in tv riguardasse proprio i due fratelli Polimadei. Andrea e Luca, 31 e 35 anni assaliti con un furgone che ha sbarrato la loro auto davanti alla villetta da più di un milione di euro dove vive il più grande, nel nuovissimo consorzio Torrino Mezzocammino a Spinaceto. È lui il titolare della gioielleria Now, al civico 347 di viale Europa, la parte finale, la più defilata, dall'altra parte della Colombo. «Ma davvero uno dei due gioiellieri è Andrea?» esclama sorpreso Tony Fabriani, titolare di «Driver Jolly gomme», il gommista storico dell'Eur. «E chi c'era con lui, Biagio, la guardia del corpo che è sempre presente nel negozio?» si chiedono. E invece no, c'era Luca il fratello. Nemmeno il fatto che l'oreficeria fosse chiusa era stato un indizio, perché la gioielleria, che vende oggetti molto preziosi, soprattutto Rolex e diamanti, «è sempre chiusa il sabato mattina». Sulla porta d'ingresso c'è un cartello che spiega che non si può varcare la seconda porta senza aver prima mostrato i documenti di identità. Come prevede la legge in caso di compravendita per cui i soggetti vanno registrati. Oltre che un vicino di bottega Tony è anche un amico di Andrea. «Sono stato io a fargli prendere questo locale, fino a qualche anno fa c'era una libreria» racconta. Ma la gioielleria ha anche un socio, Flavio, di cui Tony non ricorda il cognome anche se è suo cliente. Dopo la scossa, la reazione. «Hanno fatto bene a difendersi sparando» è il commento generale. I vicini di bottega stanno dalla parte dei due fratelli gioiellieri che si sono difesi con le pistole. E sarebbero pronti a fare altrettanto se dovessero presentarsi a viale Europa, per difendere le loro attività commerciali. «Di questi tempi anche i banditi avranno pan per i loro denti» dicono. «Ora però i due orefici passeranno i guai» è la convinzione di tutti. La pensa così anche il portiere del bel palazzo al civico 331, Alfredo. «Invece - dice - dovremmo stargli tutti accanto perché potrebbe succedere a chiunque». «In un altro paese gli darebbero la medaglia, ma nel nostro è tutta un'altra storia» dice Alessandro, che somiglia a Ricky Memphis e pare sia la sua controfigura. «Se serve scenderemo in strada per manifestare solidarietà» dicono i baristi all'angolo di viale Europa, il Bar dell'Arte, dove Andrea, il più conosciuto dei due fratelli, pranzava spesso. Con Andrea, aveva parlato il gommista l'altra sera alle otto quando si chiudono le serrande. «Non sapevo che dovessero andare a una mostra all'estero - dice - abbiamo parlato di una Opel che il suocero aveva venduto a un mio operaio perché il cambio non andava molto bene e ci eravamo lasciati dicendoci che ne avremmo parlato il primo maggio». E questo a dimostrazione che chi lavora nella stessa strada si sente anche un amico. Tanto affiatati che quando due tipi sospetti si erano presentati al bar chiedendo informazioni sulla gioielleria la cosa era stata subito riferita al gioielliere. «Probabilmente stavano pianificando il colpo qui all'Eur. Poi ci hanno ripensato» raccontano. Il sospetto nasce dal fatto che circa un mese fa due uomini alti avevano fatto un sopralluogo a viale Europa. «Sono entrati al bar e ci hanno chiesto se sotto la gioielleria c'erano dei garage. Di sicuro - tirano le somme - volevano fare la rapina qui».

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