Ritardi nei pagamenti L'ira delle imprese
Ladenuncia arriva dal direttore della Cna e vice presidente della Camera di Commercio di Roma, Lorenzo Tagliavanti e riguarda il mancato pagamento degli enti locali alle imprese. Un fatto grave, considerata la responsabilità anche (o soprattutto) civica e civile delle amministrazioni alla tenuta sociale. «La Regione deve alle imprese 7 miliardi di euro di crediti e il Campidoglio 3,2 miliardi di euro di crediti. In totale, le aziende del territorio vantano nei confronti delle amministrazioni pubbliche un credito di oltre 10 miliardi - dice Tagliavanti intervenendo al convegno sul credito dell'Artigiancassa - In un momento di grave stretta anche da parte delle banche, se gli enti locali pagassero con maggiore regolarità contribuirebbero a dare una boccata di ossigeno importante alle aziende della Regione». La Provincia di Roma, ha tenuto poi a sottolineare l'assessore al Bilancio di Palazzo Valentini, Antonio Rosati, «paga a 60-90 giorni massimo, ora però serve una variazione al Patto di stabilità che ci consenta di proseguire su questa strada». Ovviamente il volume di crediti della Provincia sono diversi da quelli della Regione Lazio o di Roma Capitale, ciò non toglie tuttavia che le istituzioni hanno responsabilità sempre maggiori non solo per i mancati pagamenti ma anche per le spese iscritte a bilancio. Due pesi e due misure che, non a caso, hanno messo al primo punto delle richieste avanzate dalla grande manifestazione «Silenziosamente in marcia per le vittime della crisi», proprio il pagamento dei crediti da parte delle pubbliche amministrazioni. Non ci sta l'assessore al Bilancio della Regione, Stefano Cetica: «I dati circa i debiti che la Regione avrebbe nei confronti delle imprese rischiano di generare una certa confusione.Occorre distinguere il debito per la parte che attiene alla sanità dalla parte relativa alle spese di investimento ed agli altri servizi di natura corrente. In merito al debito sanitario si ricorda che ammontava a circa 7 miliardi nel 2010 ed era dovuto al ritardo dei tempi dell'accordo dei pagamenti, per circa 3,5 miliardi, per 1,6 miliardi di buco e per la restante parte ai debiti pregressi oggetto di contenzioso. Per ciò che concerne i debiti diretti, ovvero quelli relativi ad opere e servizi, questi ammontano a circa 600 milioni (di cui circa 500 milioni di spese di investimento)». Tace, purtroppo, il Campidoglio.