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Preso il pirata: "Non volevo tornare in cella"

Preso il responsabile dell'investimento di un bambino in via Pietro Maffi. (Foto GMT)

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Sono due fidanzati tossici, pluripregiudicati, abituati ad entrare ed uscire dal carcere, i responsabili dell'incidente che ha ridotto in fin di vita il piccolo Francesco C., 12 anni, investito e abbandonato sulle strisce pedonali giovedì pomeriggio in via Pietro Maffi, a Torrevecchia, e ricoverato in condizioni disperate al Gemelli. L'uomo, Simone Venditti, arrestato con l'accusa di omissione di soccorso e lesioni gravissime, si è addossato ogni colpa asserendo di trovarsi alla guida dell'auto al momento dell'impatto. Versione che non collima con quanto riferito da diversi testimoni, che giurerebbero di aver visto una donna, la sua compagna, che effettivamente si trovava al suo fianco in quel momento, con le mani sul manubrio. Lei, D.Z., 35 anni, interrogata ha confermato il racconto del convivente. Gli inquirenti dovranno stabilire se la dinamica corrisponde a quando detto dai due o se si stiano coprendo a vicenda. Quando si è trovato di fronte gli agenti, Venditti, 39 anni di Torrevecchia con precedenti per droga e rapine (nel 2008 all'Hotel di Primavalle, arrestato nel 2008, avviso orale a settembre 2011) uscito dal carcere sei mesi fa, sull'incidente ha cambiato idea più volte. Prima ha cercato di negare: «Non so di cosa state parlando, sbagliate persona». Poi una timida ammissione: «Non mi sono reso conto di nulla, mi è scheggiato davanti». Infine la versione più realistica: «Non volevo tornare in carcere». «Erano agitati – dicono in Commissariato – non davano l'impressione che si sarebbero costituiti a breve». Le indagini ondotte dagli agenti del Commissariato di Primavalle, guidati dal dirigente Domenico Coldello, sono partite dalle registrazioni delle telecamere di alcuni esercizi che – anche grazie alle segnalazioni di testimoni e passanti – hanno permesso di risalire all'auto incriminata. Uno screening incrociato tra concessionari ed intestatari di veicoli Opel di piccola cilindrata residenti in zona, cui la polizia ha lavorato tutta la notte, ha stretto il cerchio attorno alla coppia già nota alle forze dell'ordine. Anche la donna, proprietaria del veicolo, è infatti conosciuta per un passato segnato da droga e rapine. L'Opel Meriva grigia è stata rinvenuta dagli agenti in via Sirleto, dove i due fidanzati vivono. Era parcheggiata a poche centinaia di metri dal luogo dell'incidente, col lato destro addossato ad una siepe evidentemente per nascondere i segni dell'impatto. Oltre alla targa, già indicata da alcuni passanti, i rilievi della Scientifica sulle ammaccature così come sul sangue ritrovato su specchietto e paraurti, hanno fatto cadere ogni dubbio. Gli agenti della Ps hanno prelevato i due da casa. Venditti, che si è assunto ogni responsabilità, dopo l'interrogatorio è stato tradotto a Regina Coeli. La sua compagna, sulla quale per ora non gravano accuse, è stata trattenuta in Commissariato, per appurare l'esatta dinamica e, particolare forse rilevante, cosa le sia successo al braccio destro, fasciato con un tutore, forse conseguenza di un incidente. Si attendono gli esiti dei test tossicologici.

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