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Partigiano contestato al liceo

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Èaccaduto ieri mattina nel corso di un'assemblea organizzata dal Collettivo degli studenti di sinistra proprio per affrontare il tema della lotta di Liberazione dal nazifascismo, con l'ex partigiano e presidente dell'Anpi al II municipio Mario Bottazzi, unico ospite. I militanti di Lotta Studentesca, organizzazione legata a Forza Nuova, autori della protesta, hanno fatto sapere di aver «chiesto inutilmente, nei giorni passati, che vi fosse un contraddittorio». Allora i militanti di destra hanno chiesto al partigiano di rispondere «sulle stragi alleate e sulle vendette a guerra finita». Poi hanno aperto uno striscione contestando la ricostruzione fatta della Liberazione. A quel punto, le forze dell'ordine, già presenti fuori dall'istituto perché chiamate dall'Anpi, sono intervenute per togliere lo striscione. I militanti di Lotta studentesca hanno lamentato che sarebbero state «alzate le mani» contro di loro. Circostanza, questa, smentita dai dirigenti scolastici. L'Anpi ha condannato quanto è accaduto: «Sono episodi inaccettabili. Sono il seguito di una serie di aggressioni e di comportamenti illegali che non si capisce perchè siano tollerati dalle autorità». Pronte le reazioni delle istituzioni. Il sindaco Alemanno lo ha definito «un atto inaccettabile da ogni punto di vista». «La contestazione che è stata messa in scena contro Bottazzi - ha aggiunto - ripropone schemi ideologici che negano i valori di quella lotta che ha ridato libertà e democrazia in Italia». Ferma condanna anche dal presidente della Provincia Zingaretti: «Bottazzi è un partigiano che ha lottato per liberare l'Italia dagli invasori nazisti e dai fascisti. Contestarlo e provocarlo è un comportamento antidemocratico, oltre che un atto squallido e da pavidi». Il segretario del Pd del Lazio, Enrico Gasbarra, l'ha definita «una brutta pagina che offende tutti e colpisce un italiano che quando aveva la stessa età di quei ragazzi è andato sulle montagne, ha lottato, ha sofferto per consentire a tutti, anche a quegli studenti, di poter essere liberi». La governatrice Polverini l'ha definita una «contestazione intollerabile». Il giudizio delle autorità, quindi, si può dire sia stato unanime.

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