Il Corpo dei vigili più che allo sfascio è senza una guida
Perquesto hanno inviato una lettera infuocata a Gianni Alemanno rompendo di fatto la tregua con il Campidoglio e facendo arrabbiare il sindaco, che ha risposto: «Se gli sforzi fatti da questa Amministrazione per un sistema di relazioni sindacali adeguato alla complessità dei problemi non funziona più, bisogna prenderne atto e voltare pagina». In che modo? La risposta più ovvia sarebbe: portando avanti quella riorganizzazione del Corpo iniziata poche settimane fa con l'istituzione di un gruppo di coordinamento guidato dal vicecapo di Gabinetto Nardi, che di fatto è un commissariamento del comandante Angelo Giuliani. La sua uscita di scena, sicura quanto insicura è la data, potrebbe giocarsi su due fronti: quello giudiziario e quello, appunto, sindacale. La lettera inviata da Cgil, Cisl e Uil al primo cittadino dimostrerebbe, campagna elettorale a parte, che il filtro Giuliani, su questo fronte, non ha tenuto. Tanto che i tre sindacalisti firmatari, tra le varie lamentele, nella missiva spiegano che i vertici del Corpo, pur di rispondere alle «strampalate e pittoresche» richieste della politica, vivono «un forte disorientamento». Anche per colpa di «variegati esponenti politici che entrano impropriamente nella gestione del Corpo» - come non leggere il riferimento al delegato del sindaco alla Sicurezza Giorgio Ciardi -, si sarebbe incrinato insomma quel rapporto tra palazzo Senatorio e base che pure alla Triplice aveva giovato. Una concessione per tutte, l'armamento: peccato, però, che le pistole non possano essere usate per difendere i cittadini, ma solo come difesa personale degli agenti. L'altra, di cui Il Tempo tornerà a parlare, sono le sedi dei comandi. In vero, più che non digerire Ciardi, il cui ruolo, puramente politico, cambia di poco le carte in tavola al comandante, ai sindacalisti brucia proprio la riorganizzazione del Corpo che Alemanno ha in testa e che ha affidato a Nardi per colmare vuoti in materia di controllo del territorio dovuti principalmente a due motivi: il primo è che pochi dirigenti della Municipale hanno la stoffa dei comandanti, secondo, e più importante, è che la riorganizzazione prevede di mandare a lavorare in strada quelli che oggi se la spassano negli uffici, ovvero l'80 per cento dei circa 7mila agenti. Solo 2mila «pizzardoni», infatti, consumano le suole sull'asfalto. E guarda caso, la maggior parte degli agenti impiegati negli uffici aderiscono alle tre sigle della Triplice. La paura, insomma, fa «90». E a niente, questa volta, è servita la difesa d'ufficio del sindaco contro le «poche mele marce» che si sarebbero rese protagoniste di due spiacevoli episodi di mazzette accaduti a Trastevere. Errore in cui Gianni non è ricaduto dopo essere stato aggredito a suon di monetine in un'accesissima riunione sindacale. Parliamo del finto scoop di Striscia a Fontana di Trevi, un falso scandalo annunciato e taciuto per anni dagli stessi vertici della Municipale. Fatto per cui è stato defenestrato l'allora comandante del Primo Gruppo Cajoni che con D'Artagnan aveva le mani legate, impotente come era stato a sua volta Giuliani quando era al comando del gruppo Centro storico. Un'occasione d'oro che i sindacati non hanno voluto sfruttare lasciando indossare a Cajoni i panni del capro espiatorio. Evidentemente non avevano nulla in contrario alla sua sostituzione. Chi potrà invece oggi dare il cambio a Giuliani? Purtroppo non è un gioco da ragazzi. Di sicuro i sindacati non accetteranno mai un esterno: l'incubo della gestione Capuano è indelebile nella loro memoria.