Centosedicimila cause per ventitré toghe
Oggi,quegli stessi uffici contano circa 116 mila cause pendenti. Con una media di ventimila nuovi procedimenti l'anno. L'organico però non differisce di molto rispetto a un secolo e mezzo fa. Ventitré avvocati che si occupano di tutti i settori dell'amministrazione, dal civile al penale, fino ovviamente all'amministrativo. Andrea Magnanelli, classe '61 da 18 anni in via Tempio di Giove, è a capo dell'Avvocatura dal novembre 2010. Avvocato Magnanelli sempre più spesso si sente parlare dell'Avvocatura comunale, persino nel secondo decreto di Roma Capitale ci si riferisce alla vostra struttura. «L'Avvocatura rappresenta in giudizio l'amministrazione in cause di diritto civile e penale e fornisce importanti pareri ai dipartimenti. Negli ultimi dieci anni ne abbiamo resi circa 5 mila. Inoltre abbiamo ottenuto quasi 30 mila sentenze per un totale di 160 mila cause tra penale, civile, tributario e Corte dei conti. Per ogni causa il sindaco deve firmare il mandato all'avvocatura, per questo abbiamo pensato di inserire nel decreto di Roma Capitale delle regole che semplificano almeno questo aspetto». Al di là della "multa" il vostro è anche un delicato lavoro di consulenza su delibere, bandi di gara e provvedimenti che poi l'amministrazione dovrà adottare. Quali sono i pareri più complessi che vi sono stati richiesti? «Non solo pareri, spesso facciamo parte di commissioni o uffici speciali creati ad hoc. Io stesso faccio parte della commissione per l'aggiudicazione della gara di 190 milioni di euro per Campidoglio 2». Sugli uffici speciali si riferisce all'inchiesta sui Punti Verde Qualità? «Anche. Un nostro avvocato è ora alla guida di questo ufficio voluto dal sindaco per fare chiarezza sull'inchiesta». L'Avvocatura è presente anche in importanti processi come quello su via Poma o il caso Cucchi. Sempre più spesso il Comune si costituisce parte civile in fatti di cronaca particolarmente dolorosi. Un'operazione di facciata? «Assolutamente no. Anzi negli ultimi tempi sempre più cittadini ci chiedono di costituirci parte civile. È accaduto per i cinque ragazzi morti sul Raccordo e proprio un paio di giorni fa l'avvocato della mamma e della nonna del bimbo gettato nel Tevere ha preso contatto con noi. La presenza dell'istituzione in processi così drammatici ha un alto valore morale. Penso a tutti i casi di violenza sessuale nei quali la Cassazione ha legittimato la costituzione di parte civile dei Comuni. Una battaglia della quale vado particolarmente orgoglioso perché a me è capitato di vedere rigettata la richiesta di costituzione di parte civile per una violenza sessuale. Ho fatto ricorso e ho vinto. Mi auguro che questa richiesta crescente dei cittadini sia uno stimolo per il legislatore a pensare a una nuova figura nel diritto penale. Una parte civile appunto, che non è finalizzata al risarcimento dei danni o alla pubblica accusa ma al sostegno morale». Il "sentito" comune vuole che con il Campidoglio le cause si vincano sempre... Un mito da sfatare? «Occorre distinguere. Gran parte delle cause, circa 45 mila riguardano cartelle esattoriali, di competenza del Giudice di Pace e gestite da un ufficio di funzionari ad hoc. È ovvio che se si riccorre per una multa è perché, nella maggior parte dei casi, si ha ragione. Questo spiega l'80% di sentenze negative. Per quanto riguarda invece il resto delle cause, la media è del 35%. Con una mole di lavoro che conta più di tremila cause a singolo avvocato». A proposito di cause vinte e perse, il Campidoglio dovrà risarcire Parmalat per la Centrale del Latte? «Gli atti di vendita da Cirio a Parmalat sono stati annullati. Il Comune ha venduto a Cirio il 75% delle quote della Centrale del Latte con la clausola di non rivenderle per 5 anni. Clausola disattesa. Parmalat vorrebbe il pagamento delle migliorie apportate ma trattandosi di una vendita non in buona fede è semmai questa che deve restituire gli utili all'amministrazione. Al momento la società non ci ha restiuito le quote ma faremo di tutto per ottenerle in tempi brevi».