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I medici di famiglia in prima fila per risolvere l'emergenza dei pronto soccorso.

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Ilprogetto sperimentale presentato ieri dalla governatrice Polverini prevede una centrale operativa che risponde a un numero unico regionale, più forza alle Unità di cure primarie e i tredici «Ambulatori Med» gestiti dai medici di medicina generale presso altrettanti pronto soccorso. L'iniziativa «Percorso veloce codici bianchi e verdi» avrà la durata di un anno, partirà lunedì e permetterà ai pazienti meno gravi (i codici «bianchi» e «verdi»), di ottenere cure appropriate dai medici di base senza intasare i pronto soccorso, lasciandoli più liberi di occuparsi dei casi gravi. I pazienti meno gravi potranno rivolgersi alla centrale operativa (06-58702464) allestita al Forlanini e attiva tutti i giorni dalle 8 alle 20 a partire dal 26 aprile. La centrale farà da filtro: a rispondere saranno i medici di base che potranno indicare al cittadino la risposta più appropriata, indirizzandoli o al loro medico di famiglia o alle Unità di cure primarie più vicine. Le Ucp sono realtà gestite appunto dai medici di base che dovranno svolgere una funzione essenziale nell'assistenza territoriale. Chi si rivolgerà invece all'ospedale troverà nei pronto soccorso gli «Ambulatori Med», dove medici di famiglia potranno assistere pazienti meno gravi. Le aziende ospedaliere coinvolte sono Umberto I, Tor Vergata, Sandro Pertini, San Giovanni Addolorata, San Camillo Forlanini, Grassi (Ostia), Sant'Andrea, San Paolo, ospedale di Anzio, Santa Maria Goretti (Latina), Fabrizio Spaziani (Frosinone), Santa Scolastica (Cassino), Belcolle (Viterbo). «Questa è una vera svolta per la sanità. Il Lazio è la prima Regione che dà una risposta strutturale a quella che è l'integrazione tra politica sanitaria del territorio e ospedaliera» dice la Polverini. La Regione continua nel solco tracciato dalla sperimentazione dei Percorsi blu. Tra un anno «faremo una sintesi di quello che sarà il lavoro svolto». L'obiettivo è fornire assistenza a chi ha bisogno di cure, ma non necessariamente del pronto soccorso, evitando di congestionare i Dea. Per il direttore regionale Ferdinando Romano, «si scrive una pagina di storia, si recupera il rapporto tra ospedale e territorio». Unico neo la Asl di Rieti, che non aderirà al progetto. Lapidaria la Polverini: «Purtroppo è sempre strumentalmente assente dalle politiche di innovazione. Ne prendo atto, metterò in campo gli atti necessari perché i cittadini di Rieti abbiano la stessa attenzione di tutti gli altri. C'è un direttore, Rodolfo Gianani, che non è in grado evidentemente di raccogliere le novità. Se sarà sostituito? Vediamo...» Per il vicepresidente della Regione Ciocchetti il progetto porta la sanità «a risolvere con immediatezza e procedure snelle ogni tipo di richiesta del cittadino». Mentre per l'assessore ai Servizi sociali Forte si tratta di una «svolta: più servizi di prossimità, più efficace integrazione tra servizi sanitari e sociali e meno ospedalizzazioni improprie». Plaudono all'iniziativa il coordinatore e il vicecoordinatore regionali del Pdl Piso e Pallone e i consiglieri regionali della Lista Polverini Brozzi, Melpignano e Mandarelli.

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