In causa dal 2001 per problemi di stabilità
Secondola sentenza del Tribunale di Roma firmata dal giudice Scalia, l'Ente non può ritenersi libero dal risanare la situazione anche se, nel 2001 le palazzine passarono in mano alla Scip per la vendita sul mercato: vizi e problemi esistenti nei beni da vendere, restavano a carico degli enti originari, in questo caso l'Inpdap. Intanto, gli ex inquilini che comprarono le case nel 2002 devono risarcire oltre 331 mila euro all'Inpdap per un primo intervento tampone: erano preoccupati per l'intera stabilità degli edifici, non solo per i balconi che pendevano verso terra e per le crepe aperte nei muri esterni. I due interventi sono stati giudicati indipendenti l'uno dall'altro: si doveva lasciare spazio al risanamento dei terrazzi. Cedimenti nei balconi che, come evidenziato nella sentenza, hanno «deformato la struttura in cemento armato adiacente: così per le murature perimetrali, per le tramezzature interne degli ambienti affacciati sui balconi». In questi ultimi due anni il Campidoglio ha agito in emergenza rinforzando i pilastri di sostegno nel garage perché trovati con cemento non conforme e senza il numero di ferri necessari: la zona dal 2010 rientra in un livello di sismicità più elevato. «Il Comune si è poi fermato in attesa della sentenza – dice Carmelo Ventura Costa, residente nel condominio – Si riconosce al sindaco e all'assessore Ghera di essere subito intervenuti, ma non possiamo rimanere in queste condizioni, magari in attesa di un terremoto, avendo pagato case di cui già l'ente conosceva lo stato?». Nella sentenza il magistrato riconosce che l'Inpdap sapeva, prima della stipula dei contratti di vendita, della condizione degli stabili: l'Ente aveva ricevuto dalla Romeo spa che gestiva gli immobili, ampia relazione (14 marzo 2002) in cui la palazzina C1 non risultava «conforme a quanto richiesto dalla vigente normativa e di conseguenza non garantisse i livelli di sicurezza», dando conto di contatti con la Commissione stabili pericolanti del Comune e la necessità di evacuare l'edificio per eseguire lavori di rinforzo, esiti probabili anche per le altre palazzine. L'iter giudiziario prosegue. Giuseppe Grifeo