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Nessuno li vuole assicurare.

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Nonsolo devono fare i conti con i rischi della professione, ma anche con quello di possibili denunce. Sono i chirurghi ortopedici a lanciare l'allarme, a chiedere interventi immediati per tentare di risolvere una situazione che con gli anni è arrivata addirittura a lasciare senza copertura assicurativa chi lavora a servizio del cittadino: nel Lazio sono 800 chirurghi. La percentuale di medici che non hanno assicurazione è alta, e quei chirurghi che invece sono riusciti, non dopo poche fatiche, a firmare un contratto, pagano fino a 12 mila euro l'anno. Il contenzioso legale è infatti aumentato del 150 per cento negli ultimi dieci anni. E quindi, da una parte le principali compagnie hanno preferito aumentare i prezzi, dall'altra invece hanno scelto di uscire dal comparto assicuratico Rc professionale medica. Ma non finisce qui. Molto spesso accade che i medici dopo due denunce si sentono dire dalla compagnia che gli verrà disdetta la polizza. E se accade è quasi impossibile poi riuscire a firmarne un'altra. A spiegare quali sono le proposta utili per trovare un punto di equilibrio tra l'esigenza di tutela del paziente e la possibilità di garantire l'esercizio della professione medica in condizioni ottimali è il presidente della Società italiana di ortopedia e traumatologia, il professor Marco d'Imporzano. «Servirebbe l'introduzione di un vero e proprio obbligo di assicurazione a carico delle strutture in cui si effettua l'attività chirurgica - sottolinea il professore - sia per i danni causati ai pazienti direttamente dal medico, sia per quelli derivanti da carenze organizzative, strutturali e di organico della struttura stessa». E ancora: «Necessaria l'istituzione di un fondo per la cosiddetta "Alea terapeutica", cioè pensato a garanzia di particolari patologie a rischio, avente ad oggetto l'indennizzo ai pazienti per i danni sofferti non riconducibili a responsabilità professionali per personale sanitario e bisognerebbe introdurre l'obbligo per le strutture di dotarsi di vere e proprie Unità di Risk management, per la prevenzione del rischio e la gestione del contenzioso». Proposte che vanno lette anche accanto ad alcune cifre: un risarcimento medio varia dai 25 mila ai 40 mila euro. Le denunce dei cittadini sono 34 mila l'anno (dati dell'Ania). Quindi la «malasanità» costa tra gli 850 milioni al miliardo e mezzo di euro.

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