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Blitz nella tenda di Gaetano. Dopo 315 giorni scompare il presidio

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Eralì dal 4 giugno del 2011, quando Gaetano Ferrieri l'ha montata, inziando uno sciopero della fame per lottare contro la casta politica. Il presidio, divenuto fisso mese dopo mese, era quasi totalmente integrato copn la piazza. Gaetano lo conoscevano tutti. Poliziotti e manifestanti. Impossibile non notare il suo accampamento ricoperto completamente di cartelloni: «Politici servi delle banche»; «Tagli alla politica per 100 miliardi»; «I partiti e i sindacati hanno fallito! La democrazia diretta dei cittadini è un nostro diritto!» erano alcuni degli slogan affissi. Sul tetto c'era anche un pannello solare fotovoltaico per illuminare l'interno della tenda. Lì dentro, Gaetano s'era creato il suo mondo. Teneva riunioni, aggiornava il suo sito web, ospitava altri manifestanti, mangiava e dormiva. Fino a sabato scorso. Quando una trentina di vigili (venti in divisa, gli altri in borghese) sono piombati in piazza Montecitorio per smantellare tutto. «Dovevate vedere - racconta l'uomo - con quale prepotenza sono arrivati. Hanno preso delle persone che erano con me e le hanno portate in questura. Poi hanno smantellato la tenda con tutto quello che c'era dentro, appropriandosi anche di macchina fotografica e altri oggetti personali. Quando gli ho chiesto come potevo riavere la mia tenda, mi hanno risposto: "Se la rivuoi te la devi andare a riprendere in discarica"». Gaetano è rimasto in pochi minuti «stendato».Ma non molla. È ancora a Montecitorio, con la sua piccola seggiola alle spalle dell'obelisco e continua a contare i giorni del suo presidio fisso. «Vi prego cercate di reagire - dice a quelli che passano -, vi rendete conto che già l'anno scorso ci sono stati 360 suicidi per la crisi che si sta facendo subire al popolo, dal primo di gennaio 2012 già siamo arrivati a 17 suicidi, persone con dignità che lottano per la sopravvivenza dopo aver dato tutto allo Stato. Anch'io ero stato messo in condizione già due volte di essere eliminato dal sistema. Dopo aver dato tutto me stesso in un'etica di rispetto della società, mi hanno portato ad essere una larva umana». Ma la protesta continua. Con o senza la tenda.

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