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Scagli la prima pietra chi non abbia mai fotocopiato un libro, una dispensa universitaria, una tesi di laurea ecc.

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Nonlo sanno che fotocopiare libri è illegale? «Naturalmente ma manca la consapevolezza che il problema se generalizzato può portare gravi danni economici, compresa la perdita di posti di lavoro. E poi c'è il danno culturale nel momento in cui l'autore non vede ricompensata la fatica del suo prodotto è portato a non scrivere più». Che genere di testi, fra quelli sequestrati, veniva fotocopiato? «Il 99% dei testi universitari che sarebbero stati utilizzati per le prossime sessioni d'esame». È un fenomeno ricorrente? «S'è accentuato negli ultimi tempi per colpa della crisi economica. Il problema è da una parte intensificare i controlli e dall'altra cercare di intevenire sul piano dell'educazione. Ma sul fronte delle fotocopie il concetto di danno non è entrato nel sentire comune come lo scaricare musica o acquistare dvd taroccati dai senegalesi». Voi come agite per contrastare il fenomeno? «Con controlli periodici. L'idea è di farli su tutti gli esercizi commerciali anche quelli che non sono nelle zone a rischio». Ma quali sono i mezzi per occultare le attività illecite? «Dei marchingegni diabolici del tipo fotocopiatrici che entrano in funzione con comandi esterni, addirittura di notte quando il negozio è chiuso. Così nessuno se ne accorge. I libri fotocopiati vengono occultati pure nei portabagagli delle auto e distribuiti agli studenti che li hanno chiesti fuori dal negozio. Così è difficile farsi pizzicare dalla finanza». Certe volte gli studenti sono costretti a farsi fotocopiare i testi perché non si trovano usati. «Veramente i libri fotocopiati sono i più economici di tutti. Costano solo il 30% dell'originale. Quindi c'è un risparmio del 70%. Il libro usato, invece, costa la metà del valore. Per il titolare della copisteria poi guadagni totalmente al nero». Le immagini fotocopiate non hanno una buona qualità? «È un problema che non esiste per i testi giuridici e scientifici in genere. Semmai per alcuni testi di medicina che hanno, appunto, molte immagini». Ma i professori che dicono di tutto questo commercio illecito? «Alcuni sono indifferenti. Soprattutto quelli che adottano testi non scritti da loro. Diversa la reazione dei prof-autori dei libri di testo, ovvio. C'è stato un caso di un professore che teneva un corso di 30 studenti basato proprio sul suo libro. Alla fine (dopo che i ragazzi avevano sostenuto l'esame) si accorse che ne era stata venduta solo una copia. Praticamente gli altri 29 avevano fatto le fotocopie». Nessuna paura di commettere un illecito? «Direi proprio di sì. Chi fa per professione la riproduzione viene denunciato penalmente, è soggetto a sanzione amministrativa e nei casi più gravi viene richiesta pure la revoca della licenza. Agli studenti niente: sennò più di metà della popolazione studentesca andrebbe punito». Nat. Pog.

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