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Non pagava hotel e auto a noleggio

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Nei guai nipote ex premier tunisino Al Ritz deve 25 mila euro e al De Russie 1.600 per acquisti in boutique

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Peranni ha usato la tecnica del «pagherò», rassicurando i suoi interlocutori che appena avrebbe chiuso trattative professionali avrebbe saldato tutto. Ma così non è stato. Tanto da convincere i suoi creditori a presentare denunce in procura e a ottenere il rinvio a giudizio di Caid Essebsi Mohamed Sandreddine, di 43 anni, nipote dell'ex primo ministro della Tunisia. È stato il pubblico ministero Francesco Scavo a ipotizzare che l'uomo dall'agosto 2007 al novembre del 2009 non ha mai pagato i suoi creditori e a riuscire a mandare alla sbarra l'uomo di origini nordafricane per una lunga lista di reati. L'uomo si dovrà infatti difendere dalle accuse di calunnia, simulazione di reato, insolvenza fraudolenta, truffa e minacce, in seguito alla decisione del giudice dell'udienza preliminare Riccardo Amoroso che ha fissato per il 25 settembre la data della prima udienza del processo. In base alle indagini, l'imputato prometteva di far fare affari con petrolieri o figli di dittatori «ora millantando una sicura solvibilità patrimoniale ora facendo figurare come reali e in corso di conclusione fantomatici vantaggiosissimi "affari" da concludere in diversi campi della imprenditoria (da quello petrolifero a quello della progettazione industriale a quello della realizzazione di lavori florovivaistici)», tra cui anche lavori in una sedicente villa del figlio di Gheddafi. Nel capo d'imputazione la procura gli contesta episodi dall'agosto 2007 al novembre 2009. Il tunisino avrebbe inoltre contratto obbligazioni con società per ottenere beni o servizi. Tra questi il noleggio di una Mercedes, quello di una macchina con autista, la ristrutturazione di un'abitazione, il soggiorno presso l'hotel Ritz dal dicembre 2005 al 9 ottobre del 2007, per una spesa pari a 25.624,52 euro. E ancora. Acquisti all'interno della boutique dell'hotel De Russie per 1.600 euro, prestiti e servizi di segreteria «per circa 4.800 euro». Caid Essebsi Mohamed Sandreddine avrebbe anche depositato una falsa denuncia di furto, accusando una donna delle pulizie quando invece il furto, secondo le indagini del pm, era stato simulato dallo stesso stesso tunisino. Nel lungo capo d'imputazione ci sono anche accuse che fanno riferimento a presunte minacce che avrebbe fatto contro la fidanzata, chiamandola ripetutamente al telefono, lasciadole biglietti minatori e seguendola quando usciva da casa provocando, in base agli accertamenti dellaprocura, stati di ansia nella donna e paura nell'uscire dalla sua abitazione. Accuse dalle quali il nordafricano si dovrà difendere tra cinque mesi.

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