NeiCda delle capitoline si gioca la «pax» elettorale
Perchédecisiva. A un anno esatto dalle elezioni capitoline il primo passo concreto da compiere è ricompattare gli equilibri interni ed esterni. Questo significa avere una campagna elettorale dura ma politicamente corretta oppure una guerra senza sconti. Una premessa per capire l'importanza dell'ampliamento dei posti nei consigli di amministrazione di alcune muncipalizzate. E alcuni fenomeni relativi alle assunzioni nelle stesse che si stanno verificando "in sordina". È il caso di Risorse per Roma spa: negli ultimi due anni è cresciuta in modo esponenziale e che si occupa, a leggere dalla "missione" sul sito web, praticamente di tutto. Dal condono edilizio alla "rigenerazione urbana", dalla dismissione del patrimonio immobiliare alla finanza di progetto. Sarà per questo che dal 2009 al 2010 (gli unici dati ufficiali pubblicati on line) si è passati da 271 a 565 dipendenti? Fonti ufficiose parlano di un organigramma che avrebbe raggiunto le 800 unità. Così come voci riferiscono di dieci curricula sulla scrivania del sindaco pronti a trasformarsi in dirigenze proprio a Risorse per Roma. Un piano condiviso da maggioranza e opposizione. Con l'ampliamento dei Cda infatti, il vertice di Risorse per Roma passerebbe da tre a cinque membri. I due posti in più andrebbero al Pdl (in quota ex Fi, penalizzata nei nuovi Cda di Ama e Atac) e al Pd. Del resto, su una società che nel 2010 ha messo a bilancio un costo del personale pari a 14 milioni 696 mila euro (due milioni in più rispetto al 2009) due posti nel Cda non sono un problema. Sempre secondo il bilancio 2010 (e difficilmente quello del 2011 sarà più "snello") circa 4,6 milioni sono per consulenze, mentre 417.999 euro vanno per "utenze e manutenzioni". La spesa per i cellulari iscritti alla voce "immobilizzazioni materiali" ammonta a circa 9mila euro, per gli impianti di condizionamento circa 60mila euro; per le macchine d'uffico elettroniche un milione di euro. Con queste cifre 10 dirigenti in più e due nuovi consiglieri d'amministrazione sono una goccia nell'oceano. Un'operazione "fina" che coinvolge anche Roma Metropolitane. Per questa, i due posti andrebbero al Pd (che avrebbe già fornito nome e curricula, in barba alla direzione del partito romano che ha votato un documento contro l'allargamento dei Cda) e una alla Regione, ovvero alla Polverni che, in accordo con Alemanno, vuole entrare nella società che gestisce miliardi per le nuove linee della metro.