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Dalla Capitale la proposta per cambiare i partiti

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Enon è politicamente un fatto secondario. Nell'era dell'antipolitica per eccellenza e a un anno dalle elezioni per il governo della Capitale mettere nero su bianco una proposta di legge per la riforma dei partiti può fare la differenza. A pensarci, il deputato Pdl, Marco Marsilio, primo firmatario della proposta di legge presentata ieri alla Camera. «Obbligare i partiti politici ad adottare statuti che garantiscano democraticità e trasparenza nella loro gestione, promuovano le pari opportunità e i giovani, ricevano rimborsi limitati alle spese effettivamente sostenute, tutelino le minoranze. Sono questi i punti cardine della legge - spiega Marsilio - da tempo sentivamo l'esigenza di dare attuazione alla Costituzione e procedere al riconoscimento giuridico dei partiti. Un passaggio fondamentale per garantire che i cittadini possano davvero partecipare alla vita politica della Nazione, attraverso lo strumento dei partiti, con regole e procedure che garantiscano l'esercizio effettivo dei loro diritti. Oggi non è così, e quando un gruppo dirigente di un qualunque partito vuole imporre la propria linea in maniera autoritaria e arbitraria, può farlo senza temere alcuna sanzione. La composizione delle liste, l'elaborazione della linea politica, le decisioni strategiche, la gestione dei fondi, sono passaggi fondamentali attraverso i quali si decide del futuro di una comunità, ed è su ognuno di questi argomenti che bisogna tutelare i diritti dei cittadini, degli iscritti e dei militanti dei partiti. Con questa proposta vogliamo portare il nostro contributo alla discussione in corso, e lavoreremo per una velocissima approvazione in Parlamento». Plauso da parte del sindaco Alemanno che proprio in mattinata, intervenendo alla trasmissione de La 7, Ominbus, aveva ribadito con forza l'urgenza e la necessità di una revisione delle regole che guidano la vita dei partiti. E non solo. La proposta di legge partita dal Pdl capitolino può essere l'acceleratore necessario alla "rinascita" del centrodestra. Un concetto implicito nelle dichiarazioni dello stesso Alemanno: «La scissione di Fini, così contorta e complicata e priva di reali e chiare motivazioni politiche e il condizionamento della Lega sono stati i due aspetti che hanno messo in croce il centrodestra Sono stati fattori determinanti nella conclusione anticipata del governo Berlusconi. Per questo credo che serva una legge elettorale che non costringa a schieramenti fasulli». E dalle alleanze nazionali dipende non a caso anche l'intero assetto elettorale per le comunali del 2013. Sus. Nov.

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