Sulla crisi gli enti locali devono fare la loro parte
Econdivido e apprezzo pertanto il lavoro e l'impostazione non solo economica, ma anche morale ribadita più volte dallo stesso vice presidente della Commissione europea, Antonio Tajani. Il regolare accesso al credito e l'attenzione alle difficoltà delle imprese e delle famiglie devono essere un punto fermo del sistema bancario, che ha avuto ben 100 miliardi di euro dalla Banca centrale europea a un tasso dell'1%. Ora deve partecipare concretamente allo sforzo richiesto a cittadini e contribuenti per far fronte a una crisi generata dalle storture del sistema bancario. Già il dibattito e le intese sulla riforma del mercato del lavoro hanno generato alcuni malumori e se da un lato è condivisibile l'impostazione più moderna del Paese, d'altro canto non possiamo penalizzare ulteriormente le piccole e medie imprese che creano sviluppo e distribuiscono lavoro in un momento in cui la disoccupazione è un rischio concreto per tanti lavoratori. È il momento della responsabilità per tutti e siamo convinti che il governo Monti, e le forze politiche che lo appoggiano, sapranno trovare soluzioni certe ai problemi dell'economia garantendo equità. Anche a livello locale sarà necessario agire, come in parte già sta avvenendo, affinché la pubblica amministrazione possa ridare ossigeno a tante realtà imprenditoriali che vantano ancora oggi un credito. Ci ha lasciati sgomenti l'ennesimo gesto estremo di un imprenditore romano. Un suicidio che è il segnale di un disagio non più tollerabile. Alla crisi economica infatti si aggiunge una mancanza di prospettive che spinge chi lavora a indebitarsi oltremisura. È l'ottavo suicidio «per debiti» del 2012, altri sei hanno tentato di togliersi la vita: 14 episodi che trovano la loro ragione nell'indebitamento delle famiglie che in tre anni è aumentato del 36,4%. Ogni nucleo è indebitato per 43mila euro. E il 40% di queste famiglie rischia di finire tra gli artigli degli usurai. Una serie di ammortizzatori sociali, come il «fallimento individuale», potrebbero favorire la composizione dei debiti e la rateizzazione del dovuto. Il governo ha già previsto una soluzione di questo genere, ma bisogna fare in fretta, coinvolgendo anche il sistema bancario e l'Agenzia delle Entrate in uno sforzo collettivo per dare quanto meno una via d'uscita a chi, strangolato dai debiti, molte volte per colpe non soltanto sue, rischia di cedere alla disperazione. Mario Abbruzzese Presidente Consiglio regionale Lazio