Stretta della Finanza sul caos licenze in centro storico
Ilpool inquirente della procura sta cercando di far luce anche sul caos licenze in centro storico. Nei mesi di febbraio e marzo Vigilopoli si è infatti arricchita di denunce e racconti fatti agli inquirenti da esercenti che hanno tirato in ballo altri vigili urbani e personaggi che ruotano intorno alla movida capitolina, particolarmente interessati al giro d'affari legato al settore della ristorazione. L'indagine è portata avanti, come nel caso Bernabei, dal Nucleo investigativo dei carabinieri di via In Selci. Ed è proprio qui che s'innesta l'altro grande filone delle «licenze facili», di cui si sta invece occupando la Guardia di finanza, a disposizione dei pm Laura Condemi e Ilaria Calò, titolari di Vigilopoli. L'inchiesta «licenze facili», va ricordato, è partita dalla ricostruzione fatta alla Finanza dal presidente del Primo municipio Orlando Corsetti, che aveva a sua volta ascoltato il racconto dell'imprenditore siciliano antimafia Vincenzo Conticello, titolare dell'Antica focacceria siciliana di piazza della Torretta, a due passi da via del Corso. Conticello raccontò a Corsetti l'odissea, durata due anni, alla ricerca di un locale in centro storico e di una licenza di somministrazione. Un'impresa quasi impossibile, perché in Primo Municipio, dal 2006, a causa del mancato recepimento da parte del Campidoglio, della Legge Bersani sulle liberalizzazioni, gli uffici tecnici non possono rilasciare questo tipo di permessi. Conticello si sarebbe imbattuto, dunque, in un sottobosco al confine della legalità, pullulante di intermediari e personaggi tutto fare in grado di tirare fuori dal cilindro «licenze d'oro» in cambio di pagamenti in nero. Nel suo caso il prezzo ipotizzato era 130mila euro. Ma da dove sbucano queste autorizzazioni? Domanda a cui sta cercando di rispondere la Finanza. Tre, in particolare, i casi al setaccio: le licenze latenti, cioè quelle attività tenute volutamente chiuse più del tempo massimo stabilito dal Comune e di cui gli uffici, con la presunta complicità di tecnici municipali e vigili urbani, hanno dimenticato l'esistenza; le licenze fantasma, ovvero quelle attività che prive di licenze di somministrazioni operano con disinvoltura sul territorio sulla base di ricorsi al Tar e sospensive accolte dal Tribunale tra il 2006 e il 2010. Locali praticamente sconosciuti all'Amministrazione, il cui numero potrebbe arrivare anche a 200; Infine le licenze a punti: 13 permessi - secondo l'ufficio Commercio del Primo Municipio - rilasciato dall'aprile del 2010, data dell'approvazione della delibera capitolina che ha ripristinato, proprio con la possibilità di ottenere una licenza di somministrazione a punteggio, le condizioni minime per il libero commercio volute dalla legge Bersani del 2006. Mat. Vin.