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Decreto Roma Capitale via libera dal governo

Campidoglio

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Via libera del Consiglio dei ministri al secondo decreto legislativo per Roma Capitale. Il decreto contiene la definizione di alcuni dei poteri che passeranno dallo Stato al Campidoglio: ci sono nuove competenze in materia ambientale, turistica e di protezione civile che dal governo passeranno al Campidoglio. Ma in particolare, ricordava qualche giorno fa il sindaco, ci sono innovazioni in materia economica: il secondo decreto, infatti, prevede tre deroghe al patto di stabilità: sui finanziamenti, sui costi legati allo status di capitale, sulle maggiori risorse per le funzioni trasferite. Ci sarà, in particolare, una quantificazione dei costi per manifestazioni, cortei e celebrazioni che il suo ruolo comporta, per i quali sarà riconosciuta una copertura economica. Inoltre Roma Capitale potrà presentare i suoi progetti al Cipe. ALEMANNO: PASSO IMPORTANTE «Oggi Roma Capitale ha fatto un passo in avanti importante in termini di governance e di riconoscimento. Lo fa, non in contrasto, ma in assoluta collaborazione con le altre istituzioni del territorio». È quanto ha dichiarato il sindaco di Roma Gianni Alemanno oggi a Palazzo Chigi durante la conferenza stampa che si è svolta con i giornalisti dopo l'approvazione, in Consiglio dei ministri del secondo decreto di Roma Capitale. Ed ha precisato ancora: «Roma Capitale si fa con un ente più forte, ma anche con una maggiore e più forte collaborazione con la Regione Lazio, che è naturalmente l'area vasta di Roma Capitale. Con questo decreto, però - ha annunciato - c'è una porta aperta per la realizzazione dell'area metropolitana e per la città metropolitana». Secondo Alemanno «il decreto di Roma Capitale definisce finalmente con chiarezza e trasparenza le funzioni che passano dallo Stato, dal governo a Roma Capitale, si introducono all'interno della finanziaria e della programmazione economica dei meccanismi molto importanti che ci permettano di gestire con più trasparenza, con più flessibilità risorse per quelle che sono le funzioni di Roma Capitale». «Ma non si tratta di dare più soldi a Roma -ha precisato Alemanno- si tratta però di riconoscere quali sono le funzioni di Roma Capitale e soprattutto si tratta di risorse che non possono essere scaricate sulle spalle dei cittadini romani. Essere una capitale è una risorsa -ha concluso Alemanno- ma è assolutamente necessario creare nuovi equilibri».   ZINGARETTI E SODDISFATTO «Credo che oggi sia una giornata importante per l'Italia. Roma è la capitale degli italiani. Avrà una maggiore forza per migliorare la sua governance. Lo ripeto, oggettivamente è un risultato per Roma ma anche per l'Italia». È quanto ha dichiarato il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti durante la conferenza stampa che si è svolta a Palazzo Chigi, dopo l'approvazione, in Consiglio dei ministri del secondo decreto di Roma Capitale. E ha precisato ancora il presidente della Provincia di Roma: «In questo modo anche il nostro Paese potrà rendersi più moderno e funzionale. Quindi - ha proseguito - nessun privilegio per la Capitale ma solo la preoccupazione che, chi svolge, in questo caso la città di Roma, la funzione di Capitale del Paese, lo faccia nel migliore dei modi». «La collaborazione interistituzionale, il passaggio parlamentare non sono stati minimamente di ostacolo, - ha aggiunto il presidente della Provincia di Roma - ma sono stati un modo molto utile per migliorare e rafforzare il decreto, che all'inizio, a nostro avviso, era molto debole. Si è lavorato insieme -ha ricordato ancora Zingaretti- c'è stato un grande lavoro da parte del governo Monti. Ora c'è un decreto sicuramente migliore. Ma non bisogna fermarsi perchè il 90% dei problemi di Roma sono quelli del rapporto con il suo hinterland. E la competitività proviene dall'essere, appunto, un'area metropolitana competitiva. Milano c'è riuscita -ha proseguito il presidente della Provincia di Roma- anche noi dobbiamo continuare su questa strada». LE INCERTEZZE DELLA POLVERINI La presenza della Regione al Cipe, il Patto di Stabilità territoriale e la norma che regola i trasferimenti a Roma Capitale. Questi i tre punti elencati dalla Governatrice del Lazio sui quali il II decreto su Roma Capitale poteva creare confusione e cattiva interpretazione. Per questo, per quanto riguarda il primo punto il testo è stato «già modificato perché si trattava di una trascrizione non corretta e quindi la Regione siede con Roma Capitale per la programmazione e soprattuto per la legge obiettivo». La seconda criticità riguarda la necessità che Roma, fa notare Polverini «rimanga anche all'interno del patto regionalizzato perché come già accaduto nel 2011 Roma ha potuto approfittare di una quota di Patto della Regione Lazio, negoziata con il Mef». Infine, e questo è «l'aspetto più delicato e per il quale probabilmente ci vorrà un decreto correttivo», aggiunge la governatrice, è necessario per modificare l'art.11-bis e cioè quello sui trasferimenti dallo Stato a Roma Capitale. Infatti, la Regione deve mantenere il suo ruolo di intermediario, ribadisce Polverini, «se non ci fosse più il passaggio intermedio la Regione non potrebbe più integrare la quota di trasferimenti» su materie che riguardano i servizi al cittadino come il trasporto pubblico locale. Su questi temi ci sarà un tavolo subito dopo Pasqua.

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