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Chiedevano il pizzo. Arrestati due vigili

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Più che mazzette, una specie di pizzo per non creare rogne. Un sistema ben collaudato con cui spolpare «vacche grasse» come i fratelli Bernabei. Così, con l'arresto di tre persone, l'inchiesta «Vigilopoli» entra nel vivo. Il Gip Filippo Steidl ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari per due vigili urbani, Duilio Valente e Giancarlo Vicari, e per il geometra Francesco Belmonte, indagati insieme ad altri tre agenti della Polizia di Roma Capitale. Ieri mattina i carabinieri del Nucleo operativo di via In Selci guidato dal colonnello Lorenzo Sabatino, hanno perquisito le abitazioni e gli uffici degli arrestati. Sono accusati di concorso in concussione, falso ideologico, omessa denuncia e sostituzione di persona. I pubblici ministeri Laura Condemi e Ilaria Calò, avrebbero inoltre iscritto nel registro degli indagati altri tre «pizzardoni». L'inchiesta della Procura era partita a dicembre con la consegna di un'informativa della polizia giudiziaria del Primo gruppo della Municipale che aveva ricevuto, nel giugno scorso, l'esposto di Silvio Bernabei, fratello maggiore di Paolo, il quale aveva pagato 40mila euro per una dichiarazione d'inizio attività riguardante la ristrutturazione di un vecchio magazzino in via della Luce, a Trastevere. Ma non sarebbero bastati. Per questo, la cricca, avrebbe escogitato un piano per chiedere altri soldi, incardinato su due punti: il falso abuso e il falso esposto. Con il primo i vigili avrebbero certificato la regolarità di lavori eseguiti pur sapendo che all'interno dei locali erano state commesse irregolarità, di cui l'impenditore non sarebbe stato a conoscenza. Il finto esposto sarebbe saltato fuori in un secondo tempo e sarebbe stato usato come «cavallo di Troia» per convincere Bernabei a sborsare altre mazzette per non avere problemi. Ma il piano non ha funzionato e la cricca è stata smascherata. Il caso ha voluto, infatti, che Claudio Mancini, residente in via della Luce scelto dai vigili urbani come firmatario dell'esposto contro l'esistenza di un abuso edilizio nei locali di via della Luce, fosse un conoscente dell'imprenditore. Questi, alla vista dell'esposto, chiede subito spiegazioni a Mancini, che nega di aver mandato esposti alla Municipale. Bernabei capisce l'inganno e si reca al comando dei vigili, dove chiede un accesso agli atti alla presenza, racconterà agli inquirenti, dello stesso comandante Angelo Giuliani. E scopre che sul foglio, accanto al nome di Mancini, ci sono un numero di telefono e un indirizzo sbagliati. A Mancini non resta che denunciare il fatto ai carabinieri. Il piano viene smascherato a giugno dell'anno scorso, pochi giorni prima dell'invio al sindaco e al comandante dei vigili Giuliani, della denuncia. La trasformazione del magazzino di via della Luce in uffici era inziata due anni prima e si era concluso nella primavera nel 2010 con l'ok dei vigili di viale Trastevere. L'imprenditore, a quella data, aveva già pagato 9.600 euro come parcella al geometra Belmonte, più altri 20mila, la mazzetta, che sarebbe stata chiesta dallo stesso per accontentare le richieste dei vigili. Quegli stessi agenti degli uffici dell'edilizia di viale Trastevere, tra cui Duilio Valente, vecchia conoscenza della famiglia, contattato dai Bernabei proprio per seguire, vista la sua esperienza, la pratica dei lavori. Consigli, tra cui quello di utilizzare Belmonte, costati cari ai fratelli Bernabei. Ma il duo Valente e Belmonte sono protagonisti anche di un'altra storia di mazzette, che ha convinto gli inquirenti dell'esistenza di una cricca operante nel cuore di Trastevere. È il fotografo Alberto Lingria a denunciare il pagamento di una mazzetta per velocizzare il dissequestro di un appartamento in via Natale del Grande, sequestrato per abuso edilizio. Il professionista, l'anno scorso, poco prima di Natale, in una denuncia racconta di aver consegnato due anni prima a Valente, custode giudiziario dell'immobile, 12mila euro in contanti davanti la Casa del Tramezzino. Quello stesso vigile che dopo il sequestro gli aveva presentato il geometra Belmonte, come la persona giusta a cui far seguire le pratiche relative ad una nuova Dia. Una cricca, come dimostrano le indagini, di cui farebbero parte altre tre persone, per le quali il Gip non ha però ritenuto opportuno prendere misure cautelari. Mat. Vin.

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