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Oggi Palazzo Chigi approva Roma Capitale

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Piazza Venezia

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Approderà oggi in Consiglio dei ministri il secondo decreto attuativo di Roma Capitale nel testo emendato e licenziato dalla commissione bicamerale. Praticamente scontata l'approvazione da parte dell'esecutivo guidato dal presidente del Consiglio Mario Monti. Volge così a conclusione un lungo iter legislativo che dovrebbe portare più poteri e maggiori risorse economiche al Campidoglio. Il condizionale è d'obbligo, perché dopo il via libera da parte di Palazzo Chigi, atteso come detto per oggi, ci dovrà essere il formale trasferimento dei poteri da parte della Regione Lazio. Un atto che formalmente dovrà essere votato dal Consiglio regionale, ma che presuppone l'accordo politico tra il sindaco Gianni Alemanno e il presidente della Provincia Nicola Zingaretti da un lato e la governatrice Renata Polverini dal'altro. Un'intesa che pare ancora ben lungi dall'essere trovata e il testo della legge regionale non è ancora approdato alla Pisana. Resta poi in piedi anche in base al secondo decreto, la qeustione relativa al riordino delle funzioni amministrative tra Regione e Roma Capitale. Sulla riforma poi grava anche l'atteggiamento che deciderà di prendere Palazzo Chigi. La normativa vigente, infatti, prevede che il governo possa varare decreti correttivi o integrativi fino al 31 dicembre 2013. Oltretutto, a margine del secondo decreto, la bicamerale presieduta da La Loggia ha formulato una serie di osservazioni sulle quali il governo è tenuto ad esprimersi. Tra queste: il numero dei consiglieri comunali (che potrebbero passare da 48 a 60); l'indennità dei consiglieri stessi legata alla realizzazione della Città Metropolitana e al conseguente aumento di funzioni amministrative; il destino del patrimonio di Eur Spa e l'istituzione di un comitato di partecipazione dei residenti nella società; la facoltà del Campidoglio di decidere con proprio statuto il numero dei Municipi fino a un massimo di quindici. Il governo potrebbe non decidere oggi e varare un terzo decreto, che poi dovrebbe tornare in bicamerale. Un'eventualità data da molti come probabile, se non addirittura certa. La particolare complessità della procedura speciale inserita nel decreto per l'istituzione della Città Metropolitana potrebbe poi consigliare a Monti, stante l'impossibilità di aggirare la legge delega, di provvedere alla correzione della procedura attrraverso un articolo ad hoc nella Carta delle Autonomie, che dovrebbe approvare in Senato tra una trentina giorni.

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