Etiope ucciso dall'autobus Autista indagato
Ilfatto è avvenuto intorno alle 4,20 del mattino in viale Morgagni, all'altezza di viale Regina Margherita. La decisione del pm Pietro Pollidori di iscrivere il conducente sul registro degli indagati è giunta dopo il deposito di una consulenza sull'impatto e i primi risultati dell'autopsia. In base a quanto ricostruito dai vigili urbani, intervenuti sul luogo dell'incidente, l'etiope, forse ubriaco, era sdraiato sui binari della linea del tram al momento dell'incidente e al bus fu tagliata la strada da un taxi, come hanno confermato alcuni testimoni. Gli inquirenti ritengono che l'autista non si sia assolutamente accorto dell'uomo e che per questo abbia proseguito la corsa in direzione di piazzale del Verano, travolgendo e uccidendo l'immigrato. Lo straniero era fuggito dall'Etiopia su una delle carrette del mare, era nato 41 anni fa ad Addis Abeba, era senza fissa dimora, sulla carta residente nel centro Caritas di via degli Astalli, in Centro. Quando l'autista arrivò al capolinea all'Ostiense, trovò ad aspettarlo gli investigatori. A loro raccontò di non essersi accorto di niente. Fu sottoposto ai test antidroga e antialcol e risultò negativo. I vigili rilevarono tracce biologiche e di sangue sotto la vettura Atac. Il corpo dell'Etiope era in condizioni raccapriccianti: un piede tranciato, il collo spezzato e tagli sulla schiena. Non è risultato che la vittima avesse un'occupazione, fosse impegnata in altre attività, o avesse un domicilio diverso da quello Caritas. Tadesse Elfneh aveva risalito il Corno d'Africa, arrivando in Libia. Qui aveva trovato un barcone sul quale tentare il viaggio della fortuna. Un sogno che Tadesse aveva voluto realizzare il giorno della partenza dal suo Paese, che aveva cominciato a costruire una volta giunto a Roma.