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Pieno con il trucco, denunciati 8 benzinai

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Automobilista al self service di un distributore di benzina

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Fornivano benzina in nero e non pagavano tasse al fisco. Coinvolte pure alcune «pompe bianche», slegate dai marchi delle società petrolifere, dove si assicurano risparmi a chi deve fare il pieno. Una stangata di circa 120 mila litri, del valore di 200 mila euro. Bilancio finale: otto denunciati per uso o detenzione di misure o pesi con falsa impronta, frode nell'esercizio del commercio e appropriazione indebita. Settantacinque controlli eseguiti tra Roma e le altre province del Lazio (47 a Roma, 22 nell'hinterland, sei nelle altre province), 65 casi irregolari, 22 colonnine e 52 pistole erogatrici sequestrate. L'operazione «Black fuel» è stata condotta dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza coordinata dal generale Virginio Pomponi. Un'indagine cominiciata a fine 2010 e conclusa da poche ore. Chiaramente la Capitale fa la parte del leone. Qui i finanzieri hanno accertato le maggiori irregolarità: 40 distributori avevano benzina in nero. E qui lavorano gli otto denunciati. Si tratta di quattro gestori, due dipendenti e due manutentori degli impianti. Sono questi ultimi gli artefici del raggiro. Senza di loro, infatti, le intenzioni degli altri sarebbero rimaste tali. Il trucco era questo: di solito nei quattro distributori c'era una colonnina truccata. Il totalizzatore del carburante erogato veniva alterato, la cifra veniva riporta indietro. Per cui senza dichiararla al fisco, il titolare poteva vendere benzina e incassare denaro. Un escamotage, chiaramente, che poteva riuscire solo con i clienti che pagavano in contanti e non con carte di credito o bancamat, altrimenti risultava la riscossione. Le Fiamme gialle, dirette dal colonnello Massimiliano Giua, sono partite da qui, da un'area di servizio sul Gran raccordo anulare, da questo strano dirottamento degli automobilisti alla colonnina «fuori servizio». Si sono appostati, poi sono partiti i controlli e si è arrivati alla scoperta, anche dei tecnici complici. Loro due, di 40 e 50 anni, violavano i sigilli della Camera di commercio, dell'ufficio di metrologia legale, posti su ogni colonnina a garanzia dell'erogazione. E manomettevano il totalizzatore. La regola vuole che quando il gestore vuole tarare le pompe o aggiustare gli impianti, deve rivolgersi a un consorzio che riunisce le società che si occupano della manutenzione. È il Consorzio poi ad allertare l'impresa di manutenzione. Una procedura adottata dal settore per evitare che si creino rischiosi contatti tra il gestore e i tecnici, complicità che ha portato agli eccessi venuti a galla oggi. Le indagini del Nucleo di polizia tributaria non si sono fermate a Roma. Scoperto il sistema, i militari hanno allargato il cerchio dei controlli alla provincia romana, a quelle di Rieti, Viterbo e Latina. Alla fine, nelle rete non sono finiti solo i titolari che si approvvigionavano di benzina in nero e non dichiaravano i propri guadagni. In alcuni impianti i finanzieri hanno notato anche incurie. Ovvero, non veniva erogato un litro o poco meno di gasolio o benzina, ma veniva superato il limite di tolleranza. La legge infatti stabilisce che il distributore possa scendere al di sotto del litro arrivando al massimo a versare nove decalitri e 06 di carburante. Se arriva a 0,5 commette una violazione. Proprio quello che è stato riscontrato in alcune pompe di benzina. Alla fine, gli investigatori hanno deciso il sequestro amministrativo di 32 pistole erogatrici e ordinato otto aggiustamenti per erogatori che, pur essendo integri, fornivano un quantitativo di prodotto difforme da quello contabilizzato sul contatore della colonnina. La truffa ha tenuto impegnati gli investigatori oltre un anno e ora potrebbe portare alla luce altri tentativi di evasione. Per questo gli uomini del Nucleo di polizia tributaria stanno continuando a tenere d'occhio distributori e gestori, al fine di smantellare una rete che - ammettono gli stessi finanzieri - «potrebbe essere molto più ampia». Il sospetto degli investigatori è che abbiano scoperto la punta dell'iceberg. In questi tempi di crisi, è forte la tentazione di guadagnare esentasse, di escogitare sistemi per non essere costretti a dichiarare e quindi di non versare soldi al fisco e metterseli in tasca «puliti». Un superlavoro per gli esperti della Guardia di finanza.

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