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"Forse hanno tentato di screditarli"

Viale Trastevere, l'enoteca Bernabei (Foto Gmt)

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«Non è facile denunciare fatti simili. E probabilmente se di fronte ad una situazione del genere non si fossero trovati i Bernabei, ma altre persone meno avvedute e meno abbienti, interporsi ad una vicenda così pesante e difficile sarebbe stato impossibile». L'avvocato Donatella Amicucci è difensore di Paolo Bernabei, il grande accusatore, che con le sue denunce ha portato all'arresto di due agenti della polizia municipale e un geometra, con l'accusa di concussione e altri reati. Come ha accolto la famiglia Bernabei l'arresto di 3 dei 6 indagati dalla Procura? «Il mio assistito ha sempre creduto nella giustizia e nel lavoro che stavano portando avanti i magistrati». I Bernabei sono apparsi fino ad ora come una famiglia molto unita, è così? «Questa è la loro più grande forza. Poi viene il coraggio e la salda conduzione economica del gruppo». Sta pesando l'inchiesta sugli affari di famiglia? «Ha certamente un alto costo sia in termini di tempo sottratto al lavoro, sia di energie, sia per le ripercussioni economiche conseguenti anche alla campagna mediatica di delegittimazione fatta da certa stampa. Situazione che comunque i Bernabei riescono a fronteggiare e a sostenere». Come ha preso lei, invece, il ritrovamento di una stampella spezzata sulla portiera dell'auto? «Spero si tratti solo di un caso fortuito».  Lo ha interpretato come un avvertimento? «Preferisco pensare ad altro». La famiglia Bernabei è molto conosciuta nella Capitale, ma soprattutto nel quartiere Trastevere. Ci sono stati altri moti di solidarietà dopo i famosi volantini «Bernabei for president»? «I miei assistiti mi hanno riferito di aver ricevuto centinaia di messaggi di solidarietà e vicinanza anche da parte di altri commercianti attivi nel loro settore. La signora Luciana, madre di Paolo e Silvio Bernabei, mi ha inoltre riferito che una sua cliente si sta adoperando per una raccolta firme nel quartiere proprio in loro sostegno». Mercoledì la signora Luciana - come hanno riferito alcuni organi di stampa - avrebbe provato gioia per la notizia degli arresti... «Assolutamente no. Probabilmente il suo sentimento è stato male interpretato. Allo stesso modo non ha mai detto di sentirsi soddisfatta. Anzi mi ha pregato di sottolineare alla stampa che non è nel suo stile fare affermazioni del genere. Da un punto di vista umano, anzi, le dispiace anche per le persone arrestate.In questa vicenda, del resto, non c'è niente di cui gioire». Cosa pensa del dossier bluff dei vigili urbani - sconfessato dallo stesso Ufficio contravvenzioni - sulle centinaia di multe elevate ai mezzi del gruppo? «La magistratura farà luce anche su questo». Si è chiesta per quale motivo è saltato fuori quel dossier? «È stato probabimente un tentativo di delegittimazione dei Bernabei e nello stesso tempo un modo per difendersi». Ormai sembra che sia in corso un duello tra il Corpo dei vigili urbani e la famiglia Bernabei... «I Bernabei non hanno nessuna animosità nei confronti del corpo dei vigili urbani. Hanno solo denunciato comportamenti vessatori e indebite richieste di denaro fatte da alcuni agenti di polizia municipale dalle quali hanno deciso di difendersi». Una decisione difficile? «Non per loro, ripeto».

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