Camionista sequestrato dai rapinatori
Finoall'arrivo della poliaiza. Notte di terrore per un camionista fermo in un'area di servizio in zona Prenestina sud. È stato salvato dai poliziotti a Tor Cervara, mentre scaricava i dolci pasquali dal suo Tir. La storia a lieto fino è cominciata l'altra notte intorno alle 3. Raffaele, camionista di 47 anni, stava dormendo nel suo Tir parchegffiato nelle vicinanze dell'area di servizio Prenestina sud. Era partito dal Piemonte ed era diretto in Calabria per consegnare il suo carico di uova di cioccolata, caramelle e dolciumi pasquali. Ma il suo risveglio è stato un incubo. Lo ha svegliato un colpo sordo al vetro del camion. Il cristallo è andato in grantumi, i malviventi sono saliti a bordo e hanno cominciato la violena. Botte, alla faccia e al naso da parte di quattro uomini col volto coperto da passamontagna. Messo con la faccia a terra e immobilizzato, il camionista è stato costretto a disattivare il codice sblocco dell'antifurto per consentire ai rapinatori di mettere in moto l'autotreno e dirigersi in luogo sicuro. Per Raffaele, sanguinante e con il naso frantumato, è sembrata un'eternità. Sono passati solo quaranta minuti quando l'autotreno è entrato in un capannone nella zona di Tor Cervara e i malviventi hanno iniziato lo scarico della merce, mentre il camionista, terrorizzato e frastornato è stato costretto immobilizzare a faccia in giù. Ma le operazioni di scarico sono state bruscamente interrotte, in pochi minuti il capannone è stato circondato da cinque pattuglie della polizia stradale (dei reparti di Roma Est, Roma Nord e Settebagni, Rips) inviate dalla sala operativa della Polstrada che ha ricevuto l'allarme. I quattro banditi, tutti napoletani e pluripregiudicati, (C.E. di 26 anni, M.A. di 29 anni, V.M di 44 anni e S.L. di 36 anni) hanno tentato la fuga, alcuni nascondendosi in un bagno, ma sono stati bloccati ed arrestati dagli agenti, insieme al gestore del capannone (F.S. romano). L'incubo per Raffaele è finito bene, il camionista è stato soccorso e accompagnato all'ospedale Sandro Pertini dove è stato medicato ed agli agenti, che lo hanno liberato ha confidato: «Quando ho visto i lampeggianti mi si è aperto i cuore».