Il candelabro rubato nella chiesa dei poveri è tornato a casa.
Maè caccia alla banda dei furti nelle chiese romane, ancora in possesso dell'altro candelabro trafugato la notte del 19 marzo nella chiesa del Santissimo Sacramento al Tritone, in piazza Poli. Ieri 180 poveri, in occasione del pranzo del giovedì santo, hanno festeggiato assieme a don Mario il ritorno del primo candelabro. Non è un oggetto qualunque, risale all'inizio del 1800 ed è uno dei sei esemplari in bronzo dal valore inestimabile che adornano l'altare maggiore del Valadier. Don Mario Pieracci si era accorto del furto la mattina del 20 marzo scorso. Era subito andato a fare denuncia al commissariato Trevi. Poi, il primo aprile, ha ricevuto una telefonata dai carabinieri della Compagnia San Pietro, diretta dal capitano Dario Mineo, che gli annunciavano il ritrovamento di uno dei due candelabri. I militari, infatti, erano sulle tracce di questa banda, probabilmente romena, specializzata in furti d'arte nelle chiese. Gli investigatori si sono spacciati come acquirenti e sono riusciti a rintracciare il punto dove uno dei due candelabri era stato nascosto, sul lungotevere degli Anguillara, dove la banda aveva intenzione di venderlo. I carabinieri ora stanno cercando di scovare i ladri, nella speranza che non siano già scappati nell'est Europa. Don Mario è al settimo cielo: «È stato il più bel regalo che mi potessero fare per Pasqua. Non ho mai dubitato che sarebbe tornato a casa. Questi sono esemplari irripetibili, fatti apposta per questa chiesa. Sui candelabri sono raffigurati l'ostensiorio del Santissimo Sacramento e l'ostia sacra. Questa è una chiesa fortunata, anche in passato abbiamo subito furti di questo tipo, ma alla fine è sempre tornato tutto». Il precedente più eclatante risale a dodici anni fa, quando sparirono le statue raffiguranti i santi Pietro e Paolo che contengono le reliquie dei padri della Chiesa. Due oggetti dal valore incalcolabile: «Qualche mese dopo li ritrovammo in due sacchi dell'immondizia che qualcuno aveva lasciato in chiesa - racconta don Mario - Nei sacchi, oltre alle statue, c'erano centomila lire». Non c'è dubbio che questa chiesa sia fortunata. Il 24 dicembre scorso un napoletano travestito da Babbo Natale si avvicinò all'altare e fuggì con un candelabro di piccole dimensioni, ma non riuscì ad andare tanto lontano. I poliziotti lo intercettarono in via del Tritone mentre passeggiava tranquillo con il candelabro sotto braccio. Il 28 dicembre, invece, una donna vestita di bianco, rubò il Gesù bambino dal presepe. Stavolta, fu lo stesso parroco a improvvisarsi investigatore: «Chiesi ai rom che frequentano la chiesa di scoprire chi era questa donna. Pochi giorni dopo mi portarono dall'autrice del furto che cullava il piccolo Gesù seduta su un marciapiede di piazza Barberini. Mi accorsi che era una donna in difficoltà e, dopo averci parlato, la convinsi a restituirmi la statuina».