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L'anno nero Nel 2011 fallite 1.200 aziende

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Idati della Cgia di Mestre, scattano l'immagine della crisi e assumono drammatici contorni dopo gli ultimi sucidi avvenuti a Roma. «Ogni diecimila aziende attive ne falliscono 26,1 - spiega il segretario della Cgil del Lazio Claudio Di Berardino - e di conseguenza nel 2011 sono state espulse dal mondo del lavoro oltre cinquemila persone. È un dramma troppo alto che sta pagando questo territorio». Oltre alla Cgia di Mestre c'è anche un altro specchio della crisi economica: l'osservatorio sulla crisi di impresa del Cerved Group. Secondo l'indagine tra 2010 e 2011 nel Centro Italia, i fallimenti sono aumentati più della media nazionale (+9,5% rispetto al 2010, contro il +7,4% in Italia), «soprattutto per il forte incremento osservato nel Lazio (+23,4%)». Solo l'altro ieri costruttori e sindacati hanno lanciato l'allarme del settore dell'edilizia «che da solo rappresenta il 30% del Pil di Roma e Lazio»: la compravendita di abitazioni è diminuita del 17,5% in sei anni, -30% di ore lavorate dal 2010 al 2011; -27% di salari; -20% di addetti; -9% di imprese e circa 7.500 posti di lavoro bruciati. «Questi due suicidi - commenta Di Berardino - sono il segno della solitudine in cui vengono lasciati imprenditori e lavoratori». Istituzioni latitanti? «Durante il periodo in cui la crisi si è fatta acuta avevamo chiesto a Regione Lazio, Provincia di Roma e Comune di fare dei consigli straordinari e degli incontri sulla crisi. Solo la Provincia ci ha risposto».

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