Alemanno lancia l'allarme. A ottobre casse vuote
I problemi di cassa, quelli veri, arriveranno dopo l'estate quando le casse capitoline cominceranno a soffrire di liquidità. E non è allarmismo se si afferma che ilCampidoglio potrebbe anche avere delle difficoltà nel pagamento degli stipendi qualora il governo non si decidesse a rivedere il Patto di Stabilità e ad erogare, insieme alla Regione, i crediti vantati da Roma Capitale. In tutto si parla di circa tre miliardi di euro. Una cifra immensa soprattutto in tempo di crisi. Lo sa bene il sindaco Alemanno che si prepara ad affrontare il tavolo di incontro con governo e regione che si terrà proprio oggi a Palazzo Chigi. In base a quanto si deciderà in questi giorni, a partire dalla ratifica del secondo decreto di Roma Capitale, si valuterà come organizzare la campagna elettorale e su cosa puntare. Un terreno difficilissimo. In ottobre Alemanno dovrà pensare al bilancio previsionale, quello che lo porterà dritto alle elezioni di aprile. Farlo con le casse vuote può risultare fatale. Questa è la lettura più ampia delle dichiarazioni del sindaco di questi giorni. Ieri, a UnoMattina è tornato a ribadire: «Per i Comuni d'Italia, Roma compresa, c'è un problema di cassa: non arrivano le risorse perché rimangono bloccate a livello statale o a livello regionale e questo ritardo crea problemi di liquidità per pagare stipendi e fornitori - dice Alemanno -. La situazione è molto pesante. Speriamo che, nel corso della trattativa col Governo, arrivino degli aiuti che consentano ai Comuni di chiudere l'anno, altrimenti a Roma ci sarà una forte carenza di liquidità tra settembre e ottobre». Una crisi dunque che va ben oltre la finanza e che entra dritto nelle tasche dei cittadini. Vale per gli stipendi, vale per il biglietto dell'autobus che a giugno costerà 50 centesimi in più e vale soprattutto per la nuova Imu. Su questa imposta si inizia a fare un po' di chiarezza. «Il pagamento dell'Imu che avrà inizio a giugno, le aliquote aggiuntive devono essere decise dal Consiglio comunale tra aprile e maggio - spiega Alemanno -. Quindi è giusto che si pagherà la prima rata sull'aliquota base e alla fine dell'anno il conguaglio finale». Anche in questo caso per le casse capitoline da una parte e per la politica locale dall'altro si tratta della beffa che si aggiunge alla danno. «Noi Comuni italiani non incassiamo quasi nulla: a Roma ci sarà un gettito Imu di circa 2 miliardi, ma 1,7 miliardi andranno allo Stato». Per questo serve rigore. A partire da quelle istituzioni che continuano a ignorare i debiti da saldare.