I pm: nessun reato, risarcimenti solo civili
Il Codacons: le coppie potranno chiedere fino a un milione di euro
Perquanto riguarda invece la battaglia giudiziaria ancora non si può stabilire chi è responsabile dell'azzeramento del livello di azoto liquido nei contenitori destinati alla raccolta di embrioni, ovociti e spermatozoi. Ma nel fascicolo processuale aperto dalla procura già ci sono una serie di documenti presentati dall'azienda ospedaliera che punta il dito contro l'azienda che avrebbe avuto la responsabilità di evitare che fossero distrutti 94 embrioni, 130 ovociti e cinque campioni di liquido seminale. Per il San Filippo Neri però non ci sono dubbi: del guasto avvenuto al centro di procreazione assistita deve rispondere solo la ditta che aveva in gestione l'impianto. «La Air Liquide Sanità Service spa - è scritto nell'esposto che il direttore generale dell'azienda ospedaliera Domenico Alessio ha depositato in procura - è totalmente responsabile del corretto riempimento dei contenitori di azoto liquido all'interno della sala, garantendone il corretto stato di livello e temperatura per un corretto stoccaggio dei campioni. In particolare, anche in caso di malfunzionamento dell'impianto, la Air Liquide Sanità Service garantirà il riempimento normale dei contenitori di azoto liquido». Nelle sei pagine di documento, il dg Alessio fa riferimento al verbale di inizio manutenzione firmato dal nosocomio e dalla società e all'incidente del 27 marzo culminato con il deterioramento degli embrioni. La causa va individuata nell'«azzeramento del livello di azoto liquido nei contenitori destinati alla raccolta. L'innalzamento della temperatura ha provocato l'irreparabile deterioramento». Nell'esposto dell'ospedale viene ricostruita la cronologia degli episodi. «Il dottor Francesco Timpano (direttore tecnico del centro Pma del San Filippo Neri) si recava immediatamente insieme all'infermiera Cinzia Cioli, nei locali della criobiologia ove poteva limitarsi a constatare che i citati contenitori erano totalmente sprovvisti dell'azoto liquido e registravano una temperatura pari a circa 20 gradi, il che aveva già procurato l'irrimediabile danneggiamento delmateriale ivi contenuto». All'ora di pranzo del 27 marzo, secondo la ricostruzione del S. Filippo Neri, un ingegnere dell'azienda Air Liquid, rilevava che era presenta un segnale «error» sul display. Il dg nell'esposto sottolinea come la società Air Liquide ha in appalto dal dicembre 2009 la «gestione, manutenzione, fornitura e controllo integrato che riguarda l'intero sistema di gestione della crioconservazione e che prevede, tra l'altro, un sofisticato sistema di controllo diretto, remoto ed esclusivo, a carico dell'appaltatore, dei livelli e degli allarmi, anche da sede centrale, per 24 ore giornaliere e con piena assunzione di ogni responsabilità». Intanto scende in campo anche il Codacons che valuterà qual è l'entità del danno per le coppie che hanno perso il materiale biologico. E per l'associazione si può calcolare un danno fino a un milione di euro. «Ci sono casi particolari, a seconda dei vari aspetti - spiega il Codacons - come l'età delle donne o l'attesa che le coppie hanno subito. Emblematico il caso di una donna di 41 anni, che rischia di non poter avere più figli e chiederà un risarcimento milionario». Intanto la procura non ha ipotizzato reati poiché i fatti potrebbero essere riconducibili a una fattispecie civile piuttosto che a una penale. Saranno esaminate le normative ospedaliere per verificare se siano state violate e in tal caso potrebbero essere ipotizzate contravvenzioni che sono sanzionate dal codice penale con ammende.