«Condannateli a 12 anni di galera»
Questele richieste formulate ieri dal pm Marco Mansi per le 3 maestre, una bidella e un autore tv accusati dei presunti abusi ai danni dei 21 bambini dell'asilo di Rignano Flaminio. Nella requisitoria, durata 4 ore e mezza, l'accusa ha anche chiesto la trasmissione degli atti per procedere eventualmente contro altre due maestre, e un altro testimone, in relazione a quanto dichiarato in aula, oltre a nuovi accertamenti anche per Kelum De Silva Weramuni, il benzinaio cingalese comparso nella prima parte dell'inchiesta, ma la cui posizione era stata poi archiviata. Dopo 19 mesi di dibattimento e 36 udienze, dunque, il processo ai 5 imputati, accusati a vario titolo e a seconda delle posizioni dei reati di violenza sessuale di gruppo, maltrattamenti, corruzione di minore, sequestro di persona, atti osceni e sottrazione di persona, si confermerebbe, almeno per quanto riguarda il pm, il castello accusatorio che portò al rinvio a giudizio. Una discesa negli inferi per bimbi fra i 3 e i 5 anni che sarebbe stata indotta «anche con l'uso della violenza o minacce di danni fisici o di morte ai rispettivi genitori». Con i piccoli alunni che sarebbero stati quindi obbligati a «praticare reciprocamente su loro stessi atti di esplicita natura sessuale anche con l'uso di strumenti». Uno scenario da incubo che, «secondo quanto riferito dalle giovani vittime», le avrebbe viste coinvolte ne «il gioco della puntura» e il «gioco del pisello», nel corso dei quali i bambini subivano penetrazioni o dovevano toccare i genitali e altre zone erogene degli adulti». I quali avrebbero sottoposto i bambini «a maltrattamenti e percosse in quanto, sistematicamente e con carattere di abitudinarietà, li legavano dopo averli spogliati, praticavano sui medesimi, con l'uso di siringhe, prelievi di sangue o inoculazione di sostanze varie quali narcotici, stupefacenti o altre lesive della salute delle persone, alcune contenenti benzodiazepine, e li terrorizzavano o li traumatizzavano, vestendosi da diavolo o coniglio nero o altro ancora con uso di cappucci e mostrandosi ai medesimi completamente o parzialmente nudi». Un autentico tormento che sarebbe iniziato «nel corso dell'anno scolastico 2001-02» per una bambina e proseguito poi nel 2005-06 «per gli altri minori». I quali sarebbero stati condotti «in orario scolastico, in gruppo o singolarmente», presso «abitazioni private, nel bagno, in un'aula o in un punto riparato sottostante la scuola materna» per gli abusi descritti nell'indagine. Un'inchiesta durata oltre 3 anni, con più di diecimila atti processuali. «Ma per noi gli anni di strazio ormai sono 6 - dice Arianna Di Biagio, vicepresidente dell'associazione genitori - è stato molto difficile arrivare sin qui e ora ci aspettiamo che questi bambini ottengano finalmente giustizia». E le richieste del pm soddisfano intanto gli avvocati di parte civile. «Sì è andato oltre le nostre aspettative - commenta il professor Carlo Taormina - ma d'altra parte sui fatti non ci sono dubbi». «Certo, perché i bambini - aggiunge Mirko Mariani, che ieri ha iniziato le discussioni finali per le parti civili - hanno fornito una precisa descrizione degli atti sessuali subiti con una chiara identificazione dei soggetti coinvolti». «E il pm - concludono gli avvocati Antonio Cardamone e Luca Milani - ha anche apportato ulteriori elementi di riscontro sotto il profilo delle responsabilità oggettive vista la richiesta di procedere contro altre 4 persone».