Nel Tevere il cadavere di un bimbo
Ore 14,30: il cadavere di un bimbo è stato ritrovato nel Tevere, al molo del Circolo 3 Nodi di Fiumicino. Dopo venticinque giorni, potrebbe essere la fine del mistero sulla scomparsa del corpicino del piccolo Claudio Franceschelli, di sedici mesi. La mattina del 4 febbraio, intorno alle 6.30, dopo averlo strappato dalle mani di nonna e zia, il padre Patrizio, 26 anni, lo aveva gettato nel fiume, all'altezza di Ponte Mazzini, davanti al carcere di Regina Coeli in via della Lungara, fermato poco dopo dai carabinieri del Nucleo radiomobile, allarmati da un agente penitenziartio che stava per prendere servizio. Ieri pomeriggio il piccolo senza vita è stato notato da due ragazzi mentre rientravano con la barca dopo una mattinata di pesca. Era in avanzato stato di decomposizione, avvolto solo da una sorta di pigiamino bianco. Lo racconta Giuseppe Rinaldi, del Circolo: «Verso le 14.30 due giovani romani, nipoti di un nostro cliente, che stavano rientrando in barca dopo una battuta di pesca, mentre attraccavano, hanno visto questo corpo incastrato nella testa del molo. Ben visibile, nel loro racconto, era in particolare il braccio. Subito hanno chiamato un nostro collaboratore del Circolo che a sua volta ha visto il corpo ed è tornato visibilmente scioccato: per poco non è svenuto. Subito abbiamo chiamato la polizia». Sommozzatori di polizia e vigili del fuoco hanno lavorato sino alle 18 per recuperare il cadavere, trasferito all'istituto di Medicina legale dove sarà eseguita l'autopsia che stabilirà se si tratta del piccolo Claudio. «Rivoglio mio figlio», ripete incessantemente la mamma del piccolo, insieme con alcuni suoi familiari in un antico comprensorio nella zona di Trastevere. «Spero ancora che non sia lui - dice la nonna del bimbo, Rita Maccarelli, madre della donna sconvolta - Nutro ancora la speranza che anche tra tre o quattro anni possa bussare alla porta di casa e rivederlo cresciuto. Intorno alle 15 - spiega - sono stata contattata e mi è stato detto che potrebbe trattarsi di Claudio. I carabinieri mi hanno chiesto la marca del pigiama che indossava, sulla quale c'era anche l'immagine di un trenino e gli orsacchiotti. Proprio alcuni giorni fa l'ho sognato: era con mio fratello e si trovava sotto la neve con la testa abbassata. I fiocchi si scioglievano sul suo corpo, poi ha alzato lo sguardo e ha fatto un sospiro di sollievo come se si fosse liberato». Domani sarà celebrata nella chiesa di San Giuseppe, a via della Lungara, una messa in ricordo del piccolo Claudio: lo annunciano alcuni volantini affissi nei pressi dell'abitazione della giovane, nei quali si legge una dedica: «E il Tevere, dolce, ti culla da vero padre».