Approvato il decreto Roma Capitale
Cinque ore di dibattito, articolo per articolo, emendamento su emendamento ma alle otto di sera il secondo decreto di Roma Capitale è stato votato. Di fatto, anche se occorre la ratifica del Consiglio dei ministri, Roma è un ente speciale. Più poteri dunque e maggiori strumenti in materia finanziaria, di promozione turistica, ambientale, di protezione civile, organizzazione e personale. Lo scontro tuttavia con la Lega è stato in certi momenti durissimo e il testo ne è uscito comunque modificato. L'articolo sul Teatro dell'Opera è stato ad esempio sonoramente bocciato grazie al voto di Pd, Udc e IdV. La vigilanza e il controllo sull'Opera di Roma resta dunque al Ministero dei Beni culturali. Bocciata anche la cosiddetta "surroga" ovvero l'eliminazione dell'incompatibilità tra la carica di assessore e quella di consigliere comunale. Mentre, la delicata questione del numero degli eletti in Assemblea capitolina (ridotti dalla prossima consiliatura da 60 a 48) viene rimandata all'organo di competenza, quello degli Enti locali. Per quanto riguarda poi l'eventuale conflitto di attribuzione tra Regione e Campidoglio si è risolto affidando al Consiglio regionale la parola finale sulle funzioni da trasferire. Importanti poi i nuovi strumenti finanziari legati alla Capitale. «Abbiamo creato delle corsie preferenziali - spiega il deputato Pd e relatore del decreto, Marco Causi - come ad esempio rendere deducibili dal Patto di Stabilità, che verrà valutato annualmente, non solo i costi calcolati per Roma Capitale ma anche gli investimenti nazionali sulla città. Questo significa per completare la rete delle metropolitane non serviranno più grandi eventi o improbabili project financing. Potrà invece presentare i suoi progetti al Cipe e farseli riconoscere nell'ambito della programmazione ordinaria degli investimenti nazionali». Soddisfatto il presidente della commissione bicamerale Enrico La Loggia: «Abbiamo adempiuto al dovere di attribuire alla Capitale della nostra Repubblica i compiti e le funzioni che, per rango costituzionale, le spettavano». Così come il senatore ed ex vicesindaco Mauro Cutrufo, autore della bozza che ha avviato l'intero iter della legge: «Certamente il testo uscito dalla bicamerale è diverso da quello che vi è entrato, ma vedo il bicchiere sempre mezzo pieno e il voto della bicamerale è importantissimo perché riconosce finalmente a Roma ruolo, stato e dignità di Capitale». Il sindaco Alemanno ha espresso «grande soddisfazione per questo parere che si arricchisce di osservazioni importanti, soprattutto sul piano economico. Le deroghe previste al patto di stabilità - ha detto il sindaco Alemanno - sono di estrema importanza per Roma e il suo bilancio. Altrettanto importante, la precisazione sui beni culturali e le definizioni di altri poteri riconosciuti dallo Stato. Appena il Governo approverà questo decreto legislativo, si aprirà il tema della legge regionale che dovrà completare la questione dei poteri. Intanto, subito dopo l'approvazione in Cdm, faremo partire il lavoro per dotare Roma del nuovo statuto». Di ottimi risultati parla il presidente della Provincia, Nicola Zingaretti: «Nessun privilegio ma riconoscimento del ruolo».