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Parte l'iter per abolire le Comunità montane

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L'assessoreagli Enti locali Pino Cangemi ha tenuto ieri la relazione sulla proposta di legge regionale n. 312 che prevede la soppressione delle 22 Comunità montane del Lazio e della Comunità di Arcipelago e delle isole Ponziane. Il percorso legislativo si preannuncia lungo e articolato, come hanno spiegato lo stesso assessore e il presidente della commissione, Stefano Galetto. «Si tratta - ha dichiarato quest'ultimo - di un provvedimento che affronta una questione molto delicata, oggetto da tempo di dibattito politico, che richiede da parte nostra grande attenzione e serietà. C'è il nodo del trasferimento delle competenze ora in capo alle Comunità montane, la questione del loro stato patrimoniale, la salvaguardia dei posti di lavoro, il futuro delle risorse umane con il loro passaggio ai Comuni e alla Regione. Per questo non sarà una legge calata dall'alto e subito votata, ma ci sarà dibattito politico e ascolto di tutti i soggetti coinvolti». Galetto ha annunciato che il prossimo passo sarà calendarizzare una serie di audizioni, per poi procedere alla discussione generale e, infine, iniziare l'esame della proposta articolo per articolo. Cangemi dal canto suo ha sottolineato come questa proposta di legge sia il frutto di un lungo lavoro, iniziato un anno e mezzo fa, durante il quale è stato costante il confronto con i presidenti delle Comunità montane e i rappresentanti dei lavoratori. «Abbiamo recepito alcune indicazioni - ha detto l'assessore - ma occorre tenere presente che dallo Stato non arrivano più soldi per le Comunità montane. Bisogna intervenire sulle forme di associazionismo, altrimenti perdiamo altri fondi nazionali, salvaguardando comunque le esigenze dei territori montani. Questo è il primo passo verso il riordino complessivo degli enti locali». Alla seduta della commissione hanno partecipato oltre al presidente Galetto, tutti i membri della commissione: Vicari, Perazzolo, De Romanis, Gigli, Astorre, Parroncini e Romanzi. Il consigliere Pdl Chiara Colosimo ha chiesto di velocizzare l'iter per l'abolizione: «Permetterebbe finalmente un taglio netto agli sprechi dei fondi pubblici, restituendo le competenze ai Comuni, essendo questi ultimi, a differenza delle comunità montane, degli enti eletti e voluti dalla popolazione. Eliminando queste burocrazie, che pesano sulla comunità regionale, si potrebbero recuperare circa 10 milioni di euro all'anno, da riutilizzare a beneficio dei cittadini, per nuovi servizi». Daniele Di Mario

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