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Emergenza rifiuti, volano stracci Regione: tavolo inutile al ministero

Renata Polverini

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Sui rifiuti di Roma ormai volano stracci. L'esigenza di trovare al più presto una discarica temporanea che possa sostituire già da giugno Malagrotta si è trasformata nel corso del weekend in un durissimo scontro tra il ministero dell'Ambiente e la Regione. Eppure, il tavolo al dicastero che avrebbe dovuto mettere finalmente d'accordo i due litiganti, ovvero Comune e Provincia, secondo la Regione «non sarebbe servito a niente». La piccata risposta degli uffici della governatrice Renata Polverini arriva il giorno dopo la dura bacchettata del ministero, che, in soldoni, ha bocciato tutto il sistema rifiuti pensato dagli uffici regionali per portare Roma fuori dall'emergenza, puntando la bacchetta «sulle scelte fatte e non fatte», e ancora puntualizzando che «i poteri di deroga del commissario non possono superare i vincoli stabiliti da norme europee e nazionali». Ed ecco la risposta al vetriolo: «In relazione alla nota del ministero dell'Ambiente diffusa nella tarda serata di ieri (sabato) - spiega la Regione - siamo costretti a ricordare che il problema Malagrotta ha radici lontane e la stessa presidente Polverini, in una lettera puntigliosa ed esaustiva, aveva illustrato al ministro tanti anni di rinvii e omissioni che hanno portato alla situazione attuale di cui questa Giunta, per la prima volta, si è occupata in modo deciso e responsabile». «Tutte le istituzioni coinvolte - spiegano inoltre dalla Regione - sanno che la decisione sull'impianto definitivo non è di competenza della Regione e quindi non ha nessuna utilità continuare a invocare risposte e dati che presuppongono decisioni che ancora non risultano assunte e per le quali doveva servire proprio il tavolo politico che lo stesso Ministero ha deciso di istituire. Tutti conoscono il territorio della Provincia di Roma ma nessuno è stato in grado di confutare gli atti regionali o suggerire soluzioni diverse da quelle proposte dalla Regione dopo anni di immobilismo. Viene da chiedersi a cosa sia servito convocare presso il ministero tutte le istituzioni coinvolte e il Commissario? La Regione Lazio con senso di responsabilità, che forse ora inizia a configurarsi come eccessivo, ha in questo anno e mezzo posto rimedio a mancanze e omissioni compiute da tutti i livelli istituzionali che per legge dovevano occuparsi della questione. Come ben sa chi ha ricoperto ruoli di prestigio e alta amministrazione, anche al ministero dell'Ambiente, negli ultimi decenni». Poi la staffilata al sindaco Alemanno: «La Regione, è bene ricapitolare, a dicembre del 2010, pochi mesi dopo l'insediamento della Giunta Polverini, ha provveduto ad emanare il primo provvedimento dopo che Roma Capitale ha comunicato l'impossibilità di individuare aree utili alternative a Malagrotta nel proprio immenso territorio». Il riferimento, compresa la sottolineatura di «immenso territorio», è alla mancata scelta del sito da parte dell'Amministrazione Alemanno. «Con quel provvedimento la Regione è intervenuta ufficialmente sul problema Malagrotta come non accaduto dal 2005 ad oggi - continua la nota - È evidente che qualora le Istituzioni e i Ministeri coinvolti ritengano il ruolo di supplenza responsabile svolto dalla Regione non più utile, e vogliano finalmente iniziare ad assumere in prima persona scelte che altri non hanno fatto, questo è il momento buono. La Regione Lazio continuerà ad offrire la propria collaborazione sulla base però, questa volta, di una letterale applicazione del D.Lgs. 152/2006 e della Costituzione». Ciò vuol dire che se il problema non è più regionale visto che c'è un commissario ad hoc del governo, il ministero se la vedesse direttamente con Roma Capitale e Provincia.

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