Clini frena la Polverini
Ilmessaggio è chiaro: se Roma rischia di ritrovarsi con l'immondizia per strada la causa «va ricercata nelle scelte fatte e non fatte che riguardano l'intero sistema di gestione dei rifiuti», dove le discariche avrebbero dovuto avere un «ruolo marginale». A dover essere ripensato deve essere tutto il sistema: dalla raccolta differenziata agli impianti di compostaggio ai termovalorizzatori. Clini attacca al cuore l'operato della Regione sui siti temporanei: «Il Ministero sta ancora attendendo le ulteriori informazioni richieste, non ricavabili dal piano rifiuti della Regione». Il tempo però stringe, e le aree alternative a Malagrotta vanno trovate in fretta. La discarica dovrà chiudere il 30 giugno, al massimo il 31 dicembre in caso di nuova proroga. Il prefetto Pecoraro aveva optato per due invasi da costruire a Riano e Corcolle. Rientravano nelle ipotesi della Regione tra cui figurano anche Pian dell'Olmo (sempre a Riano), Pizzo del Prete (dove sorgerà l'impianto definitivo tra tre anni), Ostieraccia, Castel Romano e Monti dell'Ortaccio (vicino proprio a Malagrotta). Riano e Corcolle sembrano tramontate. È lo stesso Clini a spiegare perché: «Il potere di deroga del commissario non può superare i vincoli stabiliti dalle direttive europee e dalle norme nazionali». E sia Riano che Corcolle, guarda caso, sono state bocciate dall'Autorità di Bacino, che si rifà proprio alle direttive europee e alle norme nazionali. Clini non risparmia un'altra stilettata: «I sette siti presentano dei vincoli in materia ambientale e il Ministero sta approfondendo la natura e i conseguenti limti». Tradotto: era meglio scegliere altre zone. A questo punto, negli uffici tecnici del ministero dell'Ambiente, si profila una nuova soluzione: far convivere per un certo periodo Malagrotta con Monti dell'Ortaccio. Un'alterativa di facile realizzazione se si pensa che entrambe le aree sono di proprietà di Manlio Cerroni. Il ministro sarebbe intenzionato a chiedere anche un nuovo piano rifiuti che metta mano alle inadempienze del passato. Non a caso sottolinea come «l'intero sistema di gestione dei rifiuti, avrebbe dovuto essere organizzato da tempo per favorire, come prevedono le direttive europee e le normative nazionali, il recupero dei rifiuti di materiali e di energia con il conseguente ruolo marginale delle discariche». La bocciatura è netta.