Spunta il diavolo dietro l'omicidio di Ladispoli
Tremattina fa, alle 5, in una villetta elegante, Ivo Paliani, 72 anni, ex carabiniere e usciere del Senato in pensione, ha preso la sua pistola a tamburo regolarmente denunciata e ha sparato un colpo in testa alla moglie, Anna Maria Pinto, 52 anni, mentre ancora dormiva, e poi si è andato a costituire ai carabinieri. Il demonio non sarebbe entrato nella mente dell'uomo avvelandolo con immagini dell'altro mondo che avrebbero distorto la sua realtà. Stando alla versione dei fatti, in questa tragica storia le parti sarebbero rovesciate. Paliani, distrutto dopo e per aver premuto il grilletto, parlando coi suoi legali Antonio Marino e Andrea Mieli, avrebbe descritto la vita d'inferno che era costretto a vivere. La vittima, sua seconda moglie, sposata nel 2009, era una fervente credente. Era inserita da tempo in un gruppo dei carismatici guidati da padre Ermete, figura nota per i suoi incontri con la comunità cattolica. La sede è a Roma, nella chiesetta di Sant'Angelo in Peschiera, al Ghetto. Lei nella Capitale ci lavorava, in un ristorante di Trastevere. Ma ci pregava pure, il mercoledì e il sabato. E voleva andarci a vivere stabilmente, forse pure per evitare il pendolarismo da Ladispoli alla Capitale. Dal racconto dell'indagato, pare che da quando Anna Maria Pinto frequentava e pregava coi carismatici, la figura del diavolo fosse diventata un'ossessione, non per lui ma per lei. Ivo Paliani l'avrebbe descritta così: «Vedeva il diavolo dappertutto. Anche nella barca, che due anni fa mi ha costretto a vendere. Dalle pareti di casa aveva tolto i quadri e al loro posto aveva appeso crocifissi». Situazioni particolari si sarebbero verificate anche riguardo alla villa al civico 22 di via Giovanni Gentile. In passato l'ex carabiniere si sarebbe trovato davanti alla porta di casa persone interessate all'acquisto dell'appartamento perché la moglie, a sua insaputa, l'avrebbe messa in vendita. Insomma, una vita sprofondata negli inferi. Perché il grande nemico Satana era ovunque, bisognava evitare di offrirgli ripari, simbolici e insospettabili. E perché bisognava andarsene da Ladispoli e trasferirsi a Roma. Vicino ai carismatici, padre Ermete. Il diavolo non può essere il movente del delitto, né dà ragione a un delitto. I carabinieri di Civitavecchia hanno sequestrato la pistola dell'omicidio. Ivo Paliani ha confessato i motivi della sua esasperazione, riferendo una storia che rischia di oltrepassare la fede e di sfociare nella credenza. L'usciere del Senato dovrà spiegare il raptus ai magistrati di Civitavecchia e anche al figlio grande, nei carabinieri dei Ros di Roma, e alla figlia all'estero, in Belgio, per motivi di lavoro.