La battaglia di Casal Bertone
«Un ragazzo dei collettivi è stato aggredito da quattro ragazzi di estrema destra». «Hanno lanciato oggetti contro la madre di un militante». Come al solito giovani di sinistra e di destra si rimpallano le responsabilità. Nessuno spiega come si è arrivati a lanciarsi bombe carta e a prendersi a bastonate. Come è accaduto anche ieri pomeriggio a Casal Bertone, dove un centinaio di ragazzi, tra collettivi e giovani di CasaPound, si sono affrontati per cinque minuti a colpi di bastoni, cascate, calci, pugni e con lancio di «bomboni» tra via Orti di Malabarba e via Baldassarre Orero. Nella prima strada si trova il circolo futurista occupato da CasaPound e nell'altra via invece il centro sociale Magazzini popolari Casal Bertone. E la distanza tra i due locali è di appena duecento metri. «Non è la prima volta che qui accadono episodi di violenza - racconta un anziano residente della zona - è da tempo che si affrontano, ma fino ad oggi non era mai capitata una rissa tra così tante persone». Entrambi gli schieramenti sostengono che si è trattato di un'aggressione premeditata, studiata a tavolino. Da una parte, i collettivi sostengono che i militanti di destra si sono presentati davanti ai Magazzini armati di mazze e bastoni. Stessa dinamica raccontata invece dai ragazzi di CasaPound, secondo i quali sarebbero arrivati di fronte al circolo futurista 300 giovani dei collettivi, assaltando il locale: i ragazzi di destra però sarebbero riusciti a prevenire il peggio perché avvertiti pochi istanti prima. L'unica certezza è che in un attimo sono scesi in strada un centinaio di giovani, armati di qualsiasi oggetto trovavano in terra, comprese cassette di legno rubate in una frutteria che si trova vicino alle due sedi, in via Antonio Baldissera: la frutta è stata gettata tutta in terra, provocando un danno al commerciante. Non solo. Le quattro bombe carta hanno distrutto una Smart blu, alla quale è andato in frantumi, oltre ai finestrini, anche il tettuccio in vetro. «La Ford Ka che hanno spaccato è di un ragazzo - ha detto con la voce spezzata un amico del proprietario del mezzo - l'aveva comprata da poco con i soldi che aveva messo da parte». Sono molte le vetture danneggiate lungo le strade, dove, appena sono scoppiati gli scontri, sono arrivati blindati di polizia e carabinieri: le forze dell'ordine hanno effettuato una carica e gli «avversari» sono tornati nelle rispettive sedi. «Non è una scusa, mia madre è stata aggredita sul serio, è stata minacciata con un'ascia», ha detto Mauro Antonini, uno dei militanti del circolo futurista. «Sono andato lì davanti da solo - ha aggiunto - gli ho "imbruttito" e basta. Mia madre per il momento non intende presentare denuncia. Oggi festeggiamo i 5 anni di attività del circolo e loro sono venuti qui ad assalirci, con bastoni e oggetti». Ecco invece la versione dei collettivi dei Magazzini popolari, che negano di aver aggredito la mamma di Antonini: «Io e un altro ragazzo eravamo davanti all'ingresso dei Magazzini popolari quando sono arrivati in dieci, con i caschi in testa e i bastoni in mano, e hanno iniziato a colpirci. Due li ho ricosciuti perché sono della zona, appartengono a Casapound», ha raccontato Simone. Ora, comunque, dai filmati in mano alle forze dell'ordine, potrebbero arrivare le prime denunce. «La violenza politica è una mala pianta che cresce nella spirale delle ritorsioni reciproche. Dobbiamo spezzare questa spirale prima che possa crescere. Chiedo agli inquirenti di assicurare alla giustizia i responsabili e a tutti i gruppi politici, di destra e di sinistra, di isolare i violenti e di professare con la massima determinazione il rifiuto di ogni forma di violenza - ha affermato il sindaco Alemanno - ricordo che Roma in passato ha pagato un tributo troppo alto allo scontro violento tra opposte ideologie: giovani, di sinistra e destra, morti per mano del terrorismo o per la degenerazione violenta della politica».