Buste paga più snelle Ma solo per pochi
Omeglio, così dovrebbe essere. Sono ancora in pochi a conoscere, al momento, l'articolo 9 del decreto legge 78/2010. Quello, per intenderci che parla dei famigerati tagli agli enti locali e del quale solo adesso cittadini, e dipendenti pubblici, iniziano a prendere coscienza. È il caso dei dipendenti della Regione Lazio che ieri, dopo l'articolo de Il Tempo, hanno appreso non solo della decurtazione dello stipendio, che torna a quello base del 2010 ma al «recupero» degli aumenti percepiti dal 2011 a oggi. Una parapiglia su conti, trattenute, mutui e rate da pagare. In alcuni casi, infatti, il «recupero» ammonta a oltre cento euro al mese. Una cifra che per chi percepisce stipendi compresi tra 1.500 e 2.500 euro (e magari con figli e mutuo a carico) fa la differenza. Il tam tam delle telefonate, ha però portato a un sospiro di sollievo gran parte dei dipendenti (almeno fino ad ora). Il recupero delle somme percepite e il ritorno allo stipendio base del 2010 riguarda al momento soltanto i giornalisti. Ovvero i dipendenti che fanno riferimento al Contratto nazionale giornalistico che, dopo anni ha avuto un aumento di 120 euro scaglionato in due tranche, in due anni. Non si tratta di grandi cifre, certamente non in grado di mettere a rischio le casse degli enti locali. E di gran lunga inferiori a quelle «recuperate». Per questo non aiuta a fare chiarezza il parere tecnico fornito dalla Pisana che riferisce «per gli altri dipendenti pubblici l'aumento contrattuale è fermo al 2008-2009, pertanto non rientrano nella normativa». E invece ci rientrano eccome. In modo più «soft». Basta andare al comma 4 sempre dell'articolo 9 del Dl 78/2010 per scoprire che «i contratti relativi al 2008/2009, anche se già stipulati, non possono determinare aumenti superiori al 3,2%. Le clausole difformi contenute nei predetti contratti e accordi sono inefficaci a decorrere dalla mensilità successiva alla data di entrata in vigore del Dl 78/2010 e i trattamenti retributivi saranno conseguentemente adeguati». Allora, non solo il consiglio regionale non ha abbassato lo stipendio degli eletti e ha concesso il vitalizio agli assessori esterni ma nell'applicazione della legge nazionale di contenimento della spesa pubblica ha creato una discriminazione aggiuntiva. Le buste paga saranno insomma più snelle per alcuni e non per altri. E se per molti non cresceranno più, almeno per il prossimo biennio, pochi altri (ma molto più cospicui) cresceranno comunque. Forse, il primo taglio andava fatto dall'alto. A cominciare ad esempio dalle consulenze. Ma il fine, d'altronde, giustifica i mezzi. Susanna Novelli